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Spaccio in città con la bendizione del clan, 11 condanne. NOMI E FOTO

 

Spaccio in città con la bendizione del clan, 11 condanne. NOMI E FOTO

 

CAPUA. Alla fine l’impianto accusatorio ha retto soprattutto per i due personaggi chiave, il presunto ras dello spaccio di Vitulazio Stefano Fusco e Teresa Vitolo, ex moglie del boss Del Vecchio, e figura forte del malaffare nel rione Santagata a Capua secondo la Dda.

Sono le loro le condanne più elevate nell’ambito dell’inchiesta sullo spaccio di stupefacenti tra Capua e l’agro caleno con la benedizione dei Casalesi. In totale, al termine del procedimento svoltosi con rito abbreviato, il gup ha condannato 11 persone. Ben 20 anni sono stati inflitti a Stefano Fusco, come da richiesta del pm, mentre 13 anni è la pena fissata per Teresa Vitolo.

Inflitti 12 anni a Michele Fusco, 9 anni e 8 mesi a Antonio Merola, Antonio Nespoli e Pasquale Vitolo (fratello di Teresa), 2 anni e 8 mesi a Tommaso Nigro, 2 anni ciascuno a Gennaro Russo, Carmine Fasanella, Silvio Fasanella e Rita Fusco.

 

 

Nel corso della requisitoria il pm aveva chiesto per 20 anni per Stefano Fusco e 16 anni per Teresa Vitolo. Invocati 14 anni per Michele Fusco, Antonio Merola, Antonio Nespoli, Tommaso Nigro, Gennaro Russo e Pasquale Vitolo, con l’aggravante della finalità mafiosa. Chiesti 4 anni e mezzo per Carmine Fasarella e due ciascuno per Rita Fusco e Salvatore Fasarella. Nell’elenco non figura un altro “pezzo da 90”, Gaetano Diana, in quanto processato con rito ordinario. Nel collegio difensivo gli avvocati Paolo Di Furia e Angelo Raucci.

 

L’inchiesta

L’indagine, iniziata nel 2015 e terminata nel luglio 2016, ha consentito di ritenere che Teresa Vitolo, coniugata con Carlino Del Vecchio, nonchè sorella del pentito Massimo Vitolo, e Stefano Fusco si sono adoperati per promuovere un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. I loro affari, potendo contare sull’illustre parentela con elementi apicali del clan e su una copertura totale da parte di esponenti liberi, tra i quali Gaetano Diana , figlio del noto Elio, esponente apicale del Clan dei Casalesi e nipote, per parte di madre, di Schiavone Francesco detto “Cicciariello”, sono cresciuti in maniera esponenziale tanto da raggiungere uno stato di monopolio soprattutto nei comuni a nord di Caserta (Bellona, Vitulazio, Camigliano, ecc…), riuscendo a subentrare nelle varie piazze di spaccio ai gruppi criminali di fatto già operanti in zona.

 

Dalle indagini è inoltre emerso che il gruppo criminale poteva avvalersi della disponibilità di armi e di contatti con compagini criminali straniere, in particolare albanesi, con i quali contrattavano l’acquisto di droga.