Scarcerato dopo 22 anni “Il Monaco” del clan La Torre: fu catturato dopo lunga latitanza
MONDRAGONE. E’ uscito dal carcere di Rossano Calabro Massimo Gitto, dove era detenuto da circa 10 anni e dopo aver scontato 22 anni di reclusione ininterrottamente, dal 7 maggio 1998 quando fu catturato dopo una latitanza di 6 anni dalla Criminal Pol. Massimo Gitto aveva scontato altri tre anni di carcerazione dal 1989 al 1992. Nel 1992 dopo pochi mesi di libertà venne attinto da una nuova ordinanza di custodia cautelare la cui esecuzione risultò vana, in quanto si diede alla latitanza per sei anni.
Ha scontato diverse sentenze di condanna, per delitti di omicidio, strage di Pescopagano e associazione mafiosa ex 416 bis. Gitto era soprannominato all’interno del clan La Torre “il Monaco”, capeggiato da Augusto La Torre. In carcere non si è mai pentito e insieme a Fragnoli e Gagliardi, rappresenta un irriducibile.
“Nel corso degli anni ha sempre beneficiato delle liberazioni anticipate e permessi premio. Non c’è mai stata una relazione della Dia che abbia deposto nel verso di un collegamento con la criminalità organizzata. Ha intrapreso un percorso di redenzione facendo leva sulla vena artistica, in particolare sulla passione per la pittura, che lo ha portato alla creazione di quadri di pregevole fattura. Se la funzione della pena è quella risocializzante e rieducativa, potremmo definire in questo caso superato il brocardo latino, coniato da dottrina e giurisprudenza, ‘semel mafioso semper mafioso’”. Sono le parole dell’avvocato Gianluca Bencivenga, che ha seguito Massimo Gitto nella fase esecutiva processuale.