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Svelato nuovo vertice del clan: “Voleva una cascia di armi solo per sè per 5mila euro”

 

Svelato nuovo vertice del clan: “Voleva una cascia di armi solo per sè per 5mila euro”

 

SAN CIPRIANO D’AVERSA/CASAL DI PRINCIPE. Un elemento chiave per garantire la continuità del clan, ma anche il capozona di San Cipriano con persone di fiducia a disposizione per summit e riunioni. A delineare in questo modo la figura di Francesco Caterino, figlio del boss Peppinotto e personaggio chiave dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di 17 persone, è uno degli ultimi pentiti eccellenti dei Casalesi, Salvatore Orabona, rimasto a lungo “in giro” e per questo estremamente qualificato nel descrivere i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni all’interno dell’organizzazione.

 

Un ricambio generazionale non sfuggito anche agli investigatori che ieri, grazie al blitz dei carabinieri della Compagnia di Casal di Principe guidata dal capitano Luca Gino Iannotti, hanno inferto un colpo decisivo alle nuove leve e al flusso di denaro che lo spaccio di stupefacenti garantiva alla cassa del sodalizio.

 

Una situazione che già a novembre 2016 Orabona descriveva così parlando del figlio del boss arrestato ieri: “Francesco Caterino figlio di Peppinotto ricopre un ruolo di vertice nella fazione Schiavone affiancandosi soprattutto a Martinelli e De Falco. Caterino era presente ad una prima riunione, avvenuta subito dopo la mia scarcerazione nel maggio scorso, quando si decise la composizione di questo “gruppo nuovo” e si decise, tra l’altro, la corresponsione degli stipendi ai detenuti.”

“La cascia di armi”

“Dopo questa riunione ho rivisto Caterino prima di essere arrestato, in un’altra occasione, precisamente agli inizi del mese di ottobre scorso in un appartamento occupato da due algerini. In quell’occasione Caterino mi chiese se gli potevo procurare una cascia di armi dietro la corresponsione di 5mila euro. Mi resi disponibile anche se la consegna non è poi avvenuta perchè sono stato arrestato” prosegue Orabona.

 

“I soldi che mi avrebbe corrisposto Caterino li avrei dovuti versare nella cassa comune. Le armi che mi chiese Caterino gli servivano per uso personale.”

 

L’ELENCO DEGLI INDAGATI

– Destinatari della misura cautelare in carcere:
1. ABATIELLO ADOLFO, cl. 88 di Rami di Ravarino (MO);
2. BOCCHETTI ANGELO, cl.77 di Giugliano in Campania (NA);
3. BORGIA BIAGIO, cl. 87 di Villa Literno (CE);
4. CATERINO FRANCESCO, cl. 86 di Casal di Principe (CE);
5. CATERINO FRANCESCO, cl. 89 di Casapesenna (CE);
6. DE LUCA CIPRIANO, cl. 92 di San Cipriano d’Aversa (CE);
7. DI MARZO BELGIRO, cl. 62 di Viareggio (LU);
8. DIANA PARIDE, cl. 87 di San Cipriano d’Aversa (CE);
9. DRAPPELLO CIPRIANO, cl. 81 di San Cipriano d’Aversa (CE);
10.GABRIELE MICHELE, cl. 87 di San Tammaro (CE);
11.IAZZETTA GIOSUÈ, cl. 87 di Gricignano d’Aversa (CE);
12.MAGLIONE GIOVANNI, cl. 97 di San Cipriano d’Aversa (CE);
13. SPARAGO CRISTOFARO, cl. 82 di Casapesenna (CE);
14.TAPPINI GIOVANNI, cl. 94 di San Cipriano d’Aversa (CE);
15.VASAPOLLO MARIANO ALBERTO, cl. 86 di Caivano (NA).

– Destinatari della misura degli arresti domiciliari:
16.PETRILLO ARMANDO, cl. 83 di Casal di Principe (CE)
17.PETRILLO SILVIO, cl.90 di Carpi (MO)

– Destinatario della misura del divieto di dimora nella Provincia di Caserta:
18.DIANA GIOVANNI, cl. 90 di San Cipriano d’Aversa (CE).

– Indagati a piede libero
19.DI GIORGIO LUIGI, cl. 79 di Mugnano (NA)
20.SAPIO RAFFAELE, cl. 78 di Capua (CE)