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L’endorsement di Sandokan: “Papà lo indicò come sindaco se fossi stati in difficoltà con le liste”

 

L’endorsement di Sandokan: “Papà lo indicò come sindaco se eravamo in difficoltà con le liste”

 

CASAL DI PRINCIPE. Emergono anche aspetti legati alla vita politica di Casal di Principe nell’ordinanza notificata una settimana fa dai Ros nei confronti degli imprenditori Iorio e Pezzella e che vede tra gli indagati (a piede libero) anche l’ex funzionario provinciale Alessandro Diana.

 

Della figura di Diana ha parlato soprattutto Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone “Sandokan” ed reggente della cosca fino al 2010. Nei mesi scorsi il primogenito dello storico padrino si è pentito e tra i racconti resi alla Dda c’è anche quello sul funzionario finito poi nell’ultimo provvedimento sui rapporti tra Casalesi e colletti bianchi: “Sandrino Diana è più o meno coetaneo di mio padre (classe 1950 circa). Per farvi comprendere quale fosse il grado di fiducia che noi avevamo nei confronti suoi posso dirvi che è stato finanche da mio padre indicato come un cosiddetto “politico di riserva” ossia come un potenziale candidato sindaco a Casal di Principe da candidare nel caso in cui non avessimo avuto altre disponibilità.”

Rapporti da preservare

“Il motivo per cui avevo tale interesse nei confronti dell’ingegnere Diana era legato al fatto che costui ha svolto delle funzioni anche pubbliche come ingegnere dal momento che ricordo con certezza che egli è stato per lungo tempo un dirigente dell’ufficio tecnico dell’amministrazione provinciale di Caserta. Egli ha svolto anche incarichi elettivi politici molti anni addietro presso il Comune di Casal di Principe mi pare come assessore.”

 

“Diana sull’ufficio tecnico della provincia di Caserta costituiva un punto di riferimento per alcuni degli imprenditori che a noi erano vicini e che il Diana conosceva benissimo perchè veniva sistematicamente aggiornato sulle frequentazioni di alcuni imprenditori e sull’evoluzione dei rapporti privilegiati di costoro con noi del clan.”

 

Dichiarazioni di interesse investigativo ma non tali da far propendere il gip per l’applicazione di una misura cautelare e quindi non suffragate da ulteriori prove rispetto alle parole dell’ex boss.