MONDRAGONE. E’ ormai in via di esaurimento la prima grande ondata in Italia, con i nuovi contagi passati dai 7.000 giornalieri del picco ai 150-200 in media delle ultime settimane, il nuovo fronte della lotta al Covid-19 sono i focolai, piccoli o grandi, che si accendono a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Ecco lo scenario tracciato in un focus dall’agenzia Agi.
Il caso Veneto
“La comparsa di focolai, che vengono pero’ rapidamente contenuti – ha sintetizzato Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute – sta a indicare che c’e’ una continua circolazione virale, quindi bisogna continuare a mantenere comportamenti adeguati, soprattutto portare le mascherine nei luoghi pubblici e mantenere il distanziamento sociale”. L’ultimo episodio, balzato ieri sulle prime pagine per il duro sfogo del governatore Luca Zaia, riguarda il Veneto, ed e’ probabilmente anche quello piu’ clamoroso per la sua dinamica. Un imprenditore nel Vicentino che fa un viaggio di lavoro in Serbia, entra a contatto con un soggetto positivo (il cui decesso peraltro e’ notizia di oggi), torna, si ammala (38 di febbre e sintomi riconducibili al coronavirus) ma imperturbabile va al lavoro, a una festa di compleanno, persino a un funerale, rifiutando per giorni il ricovero e arrendendosi solo con il peggioramento della malattia. Ora e’ in terapia intensiva. Risultato: 5 positivi collegati all’imprenditore (ma il dato potrebbe aumentare), 52 contatti messi in quarantena preventiva a Vicenza, 37 nella provincia di Verona. Con un monitoraggio che coinvolge non solo Pojana Maggiore, dove risiede solo uno dei cinque risultati positivi al Covid, che comunque e’ asintomatico ed e’ a casa, ma anche altri Comuni di fuori provincia viste le disparate provenienze dei dipendenti. Di nuovo in allerta il Veneto, insomma, dopo settimane ormai di contagi ridottissimi: l’Rt, come detto, e’ schizzato sopra 1, a 1,12.
Molto piu’ esteso il focolaio in Emilia Romagna, scoppiato forse nel posto peggiore: il magazzino di un’azienda di logistica, la Brt, ex Bartolini. Venuto alla luce il 26 giugno, il focolaio ha gia’ totalizzato 117 casi positivi, dieci dei quali tra gli ospiti di un Centro di Accoglienza Straordinaria per richiedenti asilo collegati proprio agli operatori dell’azienda. Un episodio che conferma una volta di piu’ che l’ipotesi di un virus meno contagioso non sembra corrispondere alla realta’: da un singolo dipendente e’ partito il contagio per 77 colleghi, che a loro volta hanno infettato 39 familiari e contatti. Nota positiva: sui 117 positivi, a oggi risultano solo 2 ricoveri.
Anche il Lazio e’ stato costretto a far fronte a diversi focolai dalla ripartenza a oggi: esaurito quello piu’ grave, partito dall’istituto di ricovero e cura San Raffaele Pisana, che ha portato a oltre 120 casi e 5 decessi, aveva destato preoccupazione il mini-cluster in un palazzo occupato alla Garbatella, nel cuore di Roma. Una ventina i contagiati, ma dopo il doppio ciclo di tamponi anche questo focolaio sembra spento. Poi il caso del ristorante a Fiumicino, dove un inserviente di ritorno dal Bangladesh ha contagiato i colleghi e i proprietari del locale, scatenando una corsa al tampone per tutti gli avventori degli ultimi giorni, ma finora fortunatamente con numeri contenuti, intorno alla dozzina di casi. Ultimo in ordine di tempo, reso noto appena due giorni fa, e’ il piccolo focolaio in zona Casilino, dove e’ bastata una cena di classe per far scattare l’allarme: due fratellini positivi, e controlli a tappeto, che per ora non hanno trovato altre criticita’.
Situazione Mondragone
Infine, e’ ancora in pieno corso il focolaio a Mondragone, dove nei palazzi ex Cirio e’ partita una catena di contagio che per ora ha prodotto 75 casi, diversi episodi di tensione con i residenti e la proclamazione della zona rossa da parte del governatore De Luca, che poi e’ stata prorogata e scadra’ (al netto di ulteriori proroghe) il 7 luglio. Ma i focolai non si limitano a questi, forse i piu’ rilevanti: va citato almeno il caso di Predazzo, in Trentino, dove un cittadini kosovaro di ritorno dal suo paese, eludendo la prescrizione dell’autoisolamento, ha organizzato una festa con i suoi connazionali, prima di accusare i sintomi del virus: risultato, 8 contagiati finora.