L’AGGIORNAMENTO
MONDRAGONE. Cresce di minuto in minuto la tensione a Mondragone dove in questo momento una folla di cittadini bulgari si è radunata davanti ai Palazzi ex Cirio, zona rossa da lunedì. Sono stati processati 800 tamponi e il numero dei positivi è ora salito a 49 unità: tra questi ci sono anche cittadini italiani.
Nella notte tensione al Covid Hospital dove sono stati trasferiti alcuni positivi asintomatici: ci sono state intemperanze e si è reso necessario l’intervento dei carabinieri.
IL VIDEO
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IL PRIMO LANCIO
MONDRAGONE. I numeri cominciano a preoccupare. Non tanto o almeno non solo quello dei contagiati ormai diventati 40 e quasi tutti asintomatici. A preoccupare sono soprattutto coloro, e non sono pochi, che non rispettano le regole della zona rossa. A cominciare purtroppo dai positivi: 4 contagiati, scoperti all’inizio dello screening di massa, sono di fatto spariti nel nulla.
Non sono a casa, non rispondono al cellulare: sono in giro, chissà dove, speriamo non a veicolare il virus. Poi ci sono gli altri fantasmi, quelli che nemmeno l’hanno fatto il test: finora i tamponi effettuati sono stati 800, ma all’appello mancherebbero centinaia di residenti. Tra pochi minuti prendono il via intanto i test rapidi.
L’appello del vescovo
“E’ un momento particolare per la comunità di Mondragone, già segnata da difficoltà, problemi e ritardi. Veniamo da un periodo durissimo dove solo l’attenzione, la prudenza, la collaborazione, hanno creato le condizioni giuste per affrontare l’emergenza Covid-19. La notizia del focolaio generatosi in questi giorni non deve indurci allo sconforto o ad atteggiamenti xenofobi, ma deve aiutarci a costruire una sensibilità comunitaria che sappia rispondere alle urgenze”. Lo scrive il vescovo di Sessa Aurunca, mons. Orazio Piazza, in una lettera alla comunità di Mondragone, dove si sono registrati una trentina di casi positivi al coronavirus.
La Regione ha messo in isolamento gli ex palazzi Cirio nei quali vivono famiglie bulgare. “E importante in questo momento far emergere il meglio di voi stessi. Non sono utili le umoralità e le reazioni che distruggono il tessuto sociale. Solo la comunione ecclesiale e la coesione sociale sono la risposta per indirizzare ogni sforzo delle istituzioni, del volontariato, degli attori sanitari verso una opportuna risoluzione. Ci sono vite in gioco: ed ogni uomo aldilà del colore, della nazionalità, della cultura è figlio prezioso agli occhi di Dio. Come sempre di fronte ad ogni vita dobbiamo disporre il cuore al senso di responsabilità e di solidarietà”, dice il vescovo.