MARCIANISE. La villetta allo Stato, i soldi a lui. Si può riassumere così a grandi linee il verdetto depositato nei giorni scorsi dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere sui beni sequestrati nel 2018 a Raffaele Bellopede, detto “il Professore”, ritenuto un uomo vicino al clan Belforte.
Il legale di Bellopede, avvocato Mariano Omarto, è riuscito ad ottenere il rigetto della confisca e quindi il relativo di dissequestro di due conti correnti e di alcune proprietà a Marcianise e Castel Volturno. Sarà invece oggetto di confisca una villetta situata proprio sul litorale domizio. I beni furono requisiti nel corso di un blitz effettuato dalla polizia a dicembre 2018 portato a termine tra il rione San Giuliano a Marcianise e Castel Volturno.
Il profilo di Bellopede
Modi distinti, Bellopede diventato uomo di fiducia anche dell’imprenditore Bizzaro al quale ha fatto anche da autista come emerso anche nel corso delle indagini che lo hanno riguardato. La prima Wild Poster nel 2010, sulle infiltrazioni dei clan di Marcianise nell’affare dell’imposizione dei manifesti elettorali, lo aveva portato anche ad una condanna in via definitiva sancita dalla Corte di Cassazione nel marzo 2015. Il nome di Raffaele Bellopede compare anche in un’altra inchiesta campale sul clan Belforte, quella che portò nell’aprile 2012 a una cinquantina di arresti e a decapitare la cosca. A tirarlo in ballo in quel caso furono i collaboratori di giustizia che lo indicarono come l’uomo incaricato di versare la tangente al clan: il pentito lo descrisse come una sorta di intermediario tra imprenditori estorti e il cartello che faceva capo ai fratelli Mazzacane.
Libero dopo la condanna
Ci andò ancora più pesante Domenico Cuccaro che parlò di un summit avvenuto proprio nella casa di Bellopede in via Monfalcone alla presenza del boss Salvatore Belforte, all’epoca libero come peraltro lo è ancora oggi dopo aver scontato la condanna.