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Inferno carceri, detenuto stacca dito ad agente con un morso. E a S. Maria chieste altre 50 unità

 

ROMA/SANTA MARIA CAPUA VETERE. Un agente della Polizia Penitenziaria e’ stato aggredito, con un morso ad un dito, da un detenuto al 41bis, nel carcere Nuovo Complesso di Rebibbia a Roma. Il detenuto, secondo quanto riferisce il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, sarebbe riuscito a dargli un forte morso tanto da procurargli il semi distacco di una falange.

 

“Speriamo finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia penitenziaria, – denuncia il Segretario nazionale del Lazio Maurizio Somma- anche con strumenti idonei per garantire l’incolumita’ degli Agenti. Servono, e il Sappe lo rivendica da tempo – inascoltato dalle istituzioni deputate ad intervenire – urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola ‘taser’ e spray al peperoncino”.

 

“Ogni giorno nuove aggressioni”

Donato Capece, segretario generale del Sappe che si trovava stamattina davanti al carcere di S.Maria Capua Vetere in una manifestazione di solidarieta’ agli Agenti del carcere, esprime vicinanza ai colleghi di Rebibbia e denuncia: “Quel che e’ accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre piu’ contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Rinnoviamo, alla luce del grave fatto accaduto a Rebibbia, la richiesta di un incontro con i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria per affrontare gli eventuali interventi da adottare, come ad esempio proprio le tutele da assicurare al personale in servizio”.

 

Chiesti 50 agenti a S. Maria

 

“Serve un interpello straordinario di 50 unita’ da inviare a supporto dell’organico della Polizia Penitenziaria presente al carcere di Santa Maria Capua Vetere, al fine di salvaguardare l’ordine e la sicurezza interna in prossimita’ del periodo estivo”. Lo chiede il segretario regionale del sindacato Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria) Ciro Auricchio, che interviene sulla situazione del carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove 130 agenti sono attualmente in malattia per eccessivo stress da lavoro, dovuto a quanto accaduto nell’ultima settimana; prima, giovedi’ 11 giugno, la notifica degli avvisi di garanzia da parte dei carabinieri agli agenti penitenziari, quindi sabato 13 giugno la rivolta dei detenuti, con otto agenti feriti.

 

Auricchio spiega che l’aliquota del Gruppo operativo mobile – circa 80 uomini inviati dal Dap gia’ da sabato – che in questi giorni, seppur senza compiti di servizio, “e’ stata impiegata a sostegno delle criticita’, non durera’ a lungo”. Gli uomini del Gom infatti non svolgono funzioni di controllo nei reparti, ma hanno piu’ funzioni di supervisione e di intervento a sostegno degli agenti di servizio nel caso che accada qualcosa.