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Carcere, ora è una polveriera: 35enne dà di matto. Un altro si barrica in cella col coltello

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE/CAPUA. E’ stata un’altra giornata di tensione nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ma stavolta l’inchiesta sui pestaggi del 6 aprile è solo sullo sfondo delle vicende accadute nelle ultime ore.

 

Nella sola giornata di oggi due detenuti si sono lasciati ad andare a comportamenti “sopra le righe” costringendo le autorità a intervenire. L’ultimo episodio è avvenuto nel pomeriggio quando un 35enne di Capua, detenuto da circa un anno per reati contro il patrimonio, ha dato di matto in cella.

 

L’uomo, che deve scontare più di metà della pena, è stato condotto in ospedale per accertamenti anche se non ha riportato ferite. Poche ore prima, invece, era stato un detenuto extracomunitario a creare grattacapi agli agenti: l’uomo si è barricato, infatti, nella sua cella con un coltello.

 

Stato di agitazione e niente mensa

Stato di agitazione e astensione dalla mensa ordinaria di servizio in tutte le carceri della regione Campania, a partire da oggi: e’ quanto hanno proclamato i sindacati di Polizia Penitenziaria Osapp, Sinappe, Uil. P.A., PP FNS CISL, Uspp e Cnpp che, in una nota congiunta, annunciano anche “la definizione di ulteriori eventuali forme di protesta, in assenza di segnali da parte dei vertici amministrativi”. La decisione e’ stata presa a seguito di quanto avvenuto ieri al carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove sono stati notificati dei provvedimenti dell’autorita’ giudiziaria ad agenti ritenuti coinvolti nei presunti pestaggi in cella dello scorso 6 aprile.

 

I sindacati definiscono “una scena vergognosa, lesiva dei diritti umani e della dignita’ di un intero Corpo di Polizia” quello che e’ accaduto ieri nel Casertano, laddove “alla presenza di esponenti della Magistratura, alcune unita’ dei Carabinieri hanno proceduto all’identificazione e alla notifica di atti giudiziari, previa esibizione del documento di identita’, al personale di Polizia Penitenziaria che, in divisa, faceva ingresso in Istituto. Il tutto accadeva nel piazzale antistante l’ingresso dell’istituto, in violazione del diritto alla riservatezza e alla privacy in maniera inspiegabilmente plateale in presenza dei familiari dei detenuti da ammettere ai colloqui”.

 

Nei prossimi giorni, informa ancora la nota, “congiuntamente saremo presenti, senza bandiere di appartenenza sindacale, ma con il tricolore, con un sit-in di protesta pacifica davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere in segno di solidarieta’ e vicinanza a tutto il personale ivi in servizio”. Per Palmieri (Osapp), Gallo (Sinappe), De Benedictis (Uil. P.A.), Strino (PP FNS Cisl), Auricchio (Uspp) e Napoletano (Cnpp), “e’ superfluo sottolineare la nostra indignazione dinanzi alla profonda umiliazione che hanno dovuto subire i nostri colleghi per una ingiustificabile procedura che, probabilmente, non si e’ mai verificata in precedenza. Riteniamo che sia giunto il momento di sdegnarsi con forza per quanto sta accadendo quotidianamente negli Istituti Penitenziari, per mostrare alla politica assente, sorda ai nostri costanti richiami ed appelli, e ad una Amministrazione Penitenziaria silente ed incapace di gestire e risolvere le continue criticita’ e le pessime condizioni lavorative ed organizzative degli Istituti penitenziari”.

 

Per questi motivi, le segreterie regionali dei sindacati, “hanno costituito una larga intesa per porre in essere azioni di protesta, necessarie per consentire alla Polizia Penitenziaria di svolgere i compiti affidati dall’ordinamento giuridico con efficienza ed efficacia senza essere esposti al quotidiano rischio di aggressioni e rivolte e, per di piu’, costretta a subire passivamente anche eventuali risvolti penali solo per aver espletato il proprio dovere nel fronteggiare situazioni di estrema criticita’ ed evitando cosi’ il collasso del sistema”.