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“Vogl e candidat”: Cesaro e Puca come Gomorra. Urla nello studio per le liste elettorali

 

REGIONALE. Quando Claudio Lamino, ex esponente del clan Puca, passato dalla parte dello Stato pochi anni fa, ha raccontato quell’episodio, a molti sarà balzata agli occhi una scena da Gomorra. E’ quella dell’irruzione cult di Genny Savastano nello studio del sindaco di Giugliano, interpretato da Oscar Di Maio, per poter presentare il suo candidato.

Il “Me serven e firm!” di Gomorra diventa nelle 1498 pagine dell’ordinanza notificata questa mattina a 59 persone “Vogl e candidati miei”. A volere i suoi candidati nelle liste sarebbe stato – secondo il racconto di Lamino – il ras Pasquale Puca, Savastano ante litteram visto che l’episodio è relativo alle elezioni provinciali stravinte poi da Cesaro nel giugno 2009. A sorbirsi le urla, come poi farà Oscaar Di Maio, c’è proprio secondo il pentito Luigi Cesaro.

Le dichiarazioni del pentito

“Non ho mai avuto contatti diretti o personali con Luigi Cesaro. So per certo che Pasquale Puca “o minorenne” ebbe con lui un incontro nel dicembre 2008 in previsione della candidatura di Luigi Cesaro a Presidente della Provincia presso lo studio dell’avvocato.” ha dichiarato il 28 luglio 2017 Claudio Lamino

 

“A quell’incontro feci solo da accompagnatore e naturalmente rimasi in disparte durante la discussione che avvenne in una stanza riservata messa a disposizione dall’avvocato che neppure partecipò. All’interno della stanza quindi vi erano solo i quattro fratelli Cesaro e Pasqualino Puca. Pasquale Puca voleva ovviamente inserire dei referenti alla provincia di Napoli nel senso che pretendeva che nelle liste elettorali fossero inseriti dei soggetti da lui indicati e quindi graditi. Non ho mai sentito gridare Puca così ad alta voce come fece in quella circostanza. In quel periodo voglio precisare che ancora non era in corso la campagna elettorale e Luigi Cesaro era candidato alla presidenza. “

La rabbia del ras

“Dopo l’incontro Pasquale Puca non mi riferì dell’esito di quella riunione ma dalla sua rabbia capii che le sue decisioni erano state osteggiate, nel senso che i Cesaro non avevano accettato di inserire nella lista elettorale le persone che Pasqualino aveva indicato. D ‘altro canto dopo circa due mesi Puca Pasquale venne arrestato; i familiari di PUCA Pasquale ed io pensammo che vi fosse stata un ‘accelerazione nelle indagini a suo carico proprio per pressioni esercitate dai Cesaro”.