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Rione in lacrime, addio Pasquale: oggi i funerali. “Era un amico geniale”

 

MARCIANISE. Il quartiere di San Simeone ha perso uno dei suoi figli più amati. Si è spento poche ore fa Pasquale Sica, 63 anni, persona conosciuta e benvoluta da tutti. Punto di riferimento dell’Associazione Cattolica e organizzatore anche di molti eventi, era un amico vero per molti come ha sottolineato l’ex sindaco Antonello Velardi che lo ha ricordato con un lungo post sui social. I funerali saranno celebrati alle 17 nella chiesa di San Simeone.

 

“Se ne è andato ieri sera sul tardi Pasquale Sica. Aveva 63 anni, era marcianisano, abitava a San Simeone, la sua casa e il suo regno. Lottava da tempo contro il più brutto dei mali; è stata una battaglia lunga, a fasi alterne, con alti e bassi. Ieri sera ha capitolato, ma si è arreso solo alla fine, mostrando una forza e una determinazione che in molti non si aspettavano.

 Pasquale apparteneva alla categoria dei geniali: ascoltarlo era sempre un piacere, avevo un suo punto di vista sempre intelligente e sempre molto originale. Sapeva leggere la realtà con acume e con saggezza. Ma aveva un profilo geniale e, come tutti quelli come lui, tendeva poi ad un certo punto a prendere le distanze dalla sua saggezza, cominciando a percorrere sentieri accidentati che però lo attraevano perché assecondavano la sua curiosità e anche la sua voglia di vivere, più forte di quanto apparisse. Un amico geniale. Ecco, l’amicizia era un pilastro della sua vita.

 

Pur essendo una persona molta aperta, Pasquale non si era mai mosso da dove era partito. Il suo mondo era San Simeone, la stazione ferroviaria, il vecchio corso Fiume. Il tabacchino del suo amico, il solito bar, lo stesso marciapiede. I punti fermi erano tutti lì, in centocinquanta metri da percorrere in sessantatré anni o anche in ottanta, in novanta, in cento, se il buon Dio non avesse deciso di prenderlo e portarlo con sé. Perché per lui vale quella che può sembrare una frase fatta per lenire il dolore lacerante dei familiari, degli amici, ma che tale non è: Dio chiama i più buoni, i migliori. E Pasquale lo era.

Se non fosse stato così geniale non sarebbe stato un dissipatore di talento. E avrebbe raccolto in vita molto di più, avrebbe raggiunto ricchezze e onori. Ma Pasquale non li rincorreva; quasi li temeva, preferendo vivere la sua vita e giocare con i vizi e le virtù, convinto che spesso si confondono come sempre accade nelle persone dotate di un’intelligenza non comune. I suoi amici, cresciuti negli anni e perciò costretti a razionalizzare se stessi, hanno giocato più con le virtù che con i vizi, taluni raggiungendo successi e onori. Ma non l’hanno mai abbandonato, ritrovando in Pasquale una parte di se stessi, di ciò che loro erano stati in quel tratto di 150 metri. E lo hanno sempre compreso, anche quando lui comprendeva a sua volta di dover fare uno sforzo di razionalizzazione ma poi si fermava o rallentava perché non sapeva che cosa fosse la convenienza, neanche quella più nobile.

Con Pasquale se ne va un uomo buono, profondamente buono. E se ne va un pezzo anche di una certa Marcianise, che per me è stata riferimento. Se ne va un pezzo della mia formazione giovanile. E’ molto difficile pensare che non ci sia più, non rivederlo nel suo gesticolare, non ascoltarlo nel suo affannarsi a spiegare. E’ invece molto meno difficile pensare che non sarà dimenticato, che gli amici continueranno a stare con lui e a prenderselo in cura perché era parte di loro. A prendersi in cura i suoi familiari che in fondo vivevano attorno a lui, nei riflessi della sua luce, e che ora appaiono soli, spaesati, disorientati. Disperati.

A Pasquale va un dolcissimo pensiero, ai suoi familiari le più sentite condoglianze. Agli amici un affettuoso abbraccio. Resta indelebile, per tutti, il ricordo di un amico geniale.”