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La Repubblica delle donne e le madri costituenti

Era il 2 giugno 1946 quando le donne, per la prima volta, si recarono in massa alle urne per votare il referendum sulla forma istituzionale dello Stato e scegliere tra Monarchia e Repubblica.
ll referendum decretò che 12.717.092 (54,3%) di cittadine e cittadini erano a favore della Repubblica mentre 10.719.284 (45,7%) alla monarchia.
Il voto del popolo condusse alla nascita della Repubblica italiana che sancì il cambio di pagina della storia d’Italia.
Il giorno delle votazioni ci fu una massiccia partecipazione delle nostre antenate che ebbero un ruolo decisivo per il risultato raggiunto.
La presenza delle donne ai seggi fu, infatti, altissima tanto da superare quella degli uomini.
Il 2 giugno di 74 anni fa votarono ben 12.998.131 donne contro 11.949.056 uomini. Un milione di donne in più rispetto agli uomini.
Per la prima volta in Italia si visse l’esperienza delle libere elezioni a suffragio universale maschile e femminile e la vittoria della “Repubblica” fu merito anche delle donne.
Il 25 giugno 1946, a elezioni avvenute, si insediò l’Assemblea Costituente in cui furono eletti cinquecentocinquantasei deputati di cui 21 donne: Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Leonilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Livia Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana Togliatti, Maria Nicotra Fiorini, Teresa Noce Longo, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio.
Un anno dopo, il 22 dicembre 1947, fu approvata la Costituzione della Repubblica italiana, legge fondamentale dello Stato, che entrò in vigore il 1 gennaio 1948.
Le madri della Costituzione parteciparono alla stesura della carta costituzionale contribuendo con la formulazione di articoli fondamentali come la parità di genere, la parità salariale, il diritto di sciopero, aprendo la strada a tutte coloro che si sono battute, negli anni, per la parità e i diritti conquistati finora.