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Frode carburante, regia nel Casertano. L’intercettazione: “Faccio contrabbandiere, mica mozzarelle”

 

Frode carburante, regia nel Casertano. L’intercettazione: “Faccio contrabbandiere, mica mozzarelle”

 

CASERTA/VOLLA. “Mica vendo le mozzarelle, faccio il contrabbandiere”. C’e’ anche questa frase, esplicita, intercettata al telefono e pronunciata da quello che gli inquirenti ritengono il capo della banda, agli atti dell’inchiesta che ha scoperto una maxi frode sui carburanti per non pagare l’accisa e che ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari, tra arresti in carcere e ai domiciliari a carico dei vertici di un’organizzazione contro cui procura di Pisa, GdF e Agenzia delle Dogane contestano anche il reato di associazione a delinquere. In nove mesi di indagini la procura ha accertato un’evasione dell’accisa par circa 6,5 milioni di euro.

 

 

“Al danno erariale gia’ accertato – ha spiegato il procuratore, Alessandro Crini – si deve aggiungere l’ulteriore mancato introito per lo Stato dovuto alla mancata corresponsione dell’Iva, e il pericolo potenziale per l’ambiente e i mezzi di trasporto che sono stati riforniti con un prodotto illegale”. La banda, hanno concluso gli inquirenti, “era talmente ben organizzata che dopo il lockdown per l’emergenza Covid 19 ha incrementato sensibilmente i traffici illeciti di prodotti da destinare ad autotrazione, sfruttando i prezzi concorrenziali del prodotto commercializzato e la libera circolazione dei beni di prima necessita’, tra i quali anche i carburanti”. La banda, strutturata in modo piramidale, commercializzava prodotti oleosi manipolati per venderli come gasolio per autotrazione e dunque eludere le accise sui carburanti.

 

Il capo sarebbe un campano della provincia di Caserta arrestato stamani nella sua villa di Volla, sequestrata. L’indagine e’ scattata nel gennaio 2019 grazie a una soffiata e al controllo di un’autocisterna. Tante le basi in Italia. Nel Pisano, a Crespina, c’era un deposito dove stoccare e manipolare il prodotto. Ma nel bagno di un autogrill a Rho (Milano) venivano nascosti documenti contraffatti pronti per essere utilizzati per aggirare i controlli. Il gasolio contraffatto, hanno accertato gli inquirenti, veniva prodotto miscelando olii e sostanze di varia natura con gasolio e benzina, per nasconderne la presenza e aumentare significativamente il volume del prodotto (immettendo olio fino al 50% del quantitativo di ogni singolo carico). Il gruppo aveva impianti a Mantova e Verona.

Il bilancio dell’operazione

Su disposizione del gip del Tribunale di Pisa, che ha accolto la richiesta della Procura, sono state eseguite 20 misure cautelari personali e sequestri di beni per circa 14 milioni di euro nelle province di Pisa, Prato, Firenze, Napoli e Caserta. Agli indagati vengono contestati i reati di contrabbando di carburanti, autoriciclaggio e ricettazione.

 

Le 20 misure cautelari personali sono state eseguite in provincia di Napoli, Caserta, Prato e Livorno: 12 indagati sono finiti in carcere e ai domiciliari; per 7 disposto l’obbligo di dimora e per uno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono stati sequestrati 3 società, 20 conti correnti, 103 tra auto, rimorchi, cisterne adibite al trasporto di carburanti, autovetture e motoveicoli.

 

L’attività investigativa, eseguita dal Nucleo di Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza di Pisa e dall’Ufficio Antifrode della Direzione VI – Toscana, Sardegna e Umbria dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con la collaborazione dell’Ufficio delle Dogane di Pisa, ha consentito di sgominare una associazione a delinquere dedita al traffico di prodotti energetici per autotrazione, immessi sul mercato in evasione di accisa, all’autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti, alla contraffazione di pubblici sigilli e alla falsità in atti pubblici.