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“Vaccini obbligatori per tornare a scuola in Campania”: famiglie divise e ipotesi farmacie

 

REGIONALE. Tornare a scuola sì, ma con la vaccinazione antinfluenzale. E’ questa una delle ipotesi che stanno prendendo  corpo in queste ore dopo il primo vertice in Regione.

 

La road map di Palazzo Santa Lucia sembra chiara: una campagna di vaccinazione antinfluenzale per la popolazione scolastica che dovra’ essere la piu’ estesa possibile; garanzia che i pediatri possano prescrivere in autonomia i tamponi a risposta rapidissima, definizione del fabbisogno di aule e spazi; garanzia di dispositivi di protezione individuale per i pediatri e per tutto il mondo scolastico.
Sono i quattro punti su cui, in attesa della definizione di linee guida nazionali, si orientera’ la Regione Campania nel tracciare le strategie per la riapertura del prossimo anno scolastico. Di questi punti si e’ discusso ieri nel corso di un incontro tra il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e una rappresentanza dei medici pediatri della Campania. Presenti anche Lucia Fortini, assessora all’Istruzione, e Paolo Siani, parlamentare e pediatra.
Le famiglie però sembrano divise e, in un rigurgito no-vax forse inatteso in tempi di pandemia, molti si dicono addirittura disposti a non mandare i figli a scuola qualora dovesse diventare obbligatorio l’antinfluenzale.

Vaccini in farmacia?

“L’Italia non può farsi trovare impreparata di fronte al rischio di una seconda ondata di contagi da Covid-19 in autunno: sarà fondamentale distinguere rapidamente i sintomi influenzali, che mediamente colpiscono il 9% della popolazione, da quelli del coronavirus. Per questo sarà indispensabile una corposa campagna vaccinale antinfluenzale”. Così il deputato di Forza Italia Andrea Mandelli.

 

“In quest’ottica le farmacie, in qualità di presidi sanitari polifunzionali del territorio, possono svolgere un ruolo strategico diventando siti vaccinali con la presenza di medici. In questo modo, oltre a contenere gli accessi ospedalieri e ad alleggerire il carico degli ambulatori medici, si ridurrebbero significativamente i tempi per la somministrazione del vaccino e, grazie alla diffusione capillare delle farmacie, si potrebbero raggiungere zone del Paese, come le aree rurali e periferiche, che sono spesso sguarnite di presidi sanitari. Per questo pungoleremo il governo affinché l’impegno assunto in tal senso con l’approvazione di un mio ordine del giorno sia rispettato”, conclude.