Marcianise. E’ stata emessa poco fa la sentenza di condanna che ripercorre almeno un decennio di attività criminali dei Piccolo-Letizia. Sono 21 le condanne inflitte in abbreviato a fronte delle 29 richieste formulate dal pubblico ministero della Dda Luigi Landolfi. Sono stati inflitti dal gup Cananzi circa due secoli e mezzo di carcere, mentre le persone assolte sono state 5.
Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Foglia, Andrea Piccolo, Angelo Raucci, Mariano Omarto e Massimo Trigari.
IL VERDETTO
(tra parentesi le richieste del pm)
Fabio Buanno 2 anni in continuazione per complessivi 7 anni e 4 mesi (14 anni)
Luigi Caterino 1 anno in continuazione per complessivi 8 anni e 7 mesi (10 anni)
Francesco Antonio Celeste 1 anno in continuazione per complessivi 5 anni e 6 mesi (12 anni)
Maria Cristiano 6 anni e 8 mesi (10 anni)
Pietro De Lise 2 anni in continuazione per complessivi 9 anni e 4 mesi (14 anni)
Andrea Letizia 20 anni in continuazione per complessivi 30 anni (20 anni)
Antonio Letizia 26 anni (20 anni)
Giuseppe Letizia 8 anni (10 anni)
Michele Maietta 10 anni in continuazione per complessivi 12 anni (14 anni)
Alessandro Menditti assolto
Antonio Nacca 13 anni 14
Felice Napolitano assolto (1 anno)
Luigi Noia 10 anni e 8 mesi (18 anni)
Giovanni Perreca 20 anni (20 anni)
Giuseppe Pettrone 3 anni e 6 mesi (5 anni)
Achille Piccolo 20 anni (20 anni)
Angelo Piccolo 6 anni e 8 mesi (12 anni)
Palma Bellopede Piccolo 6 anni e 8 mesi (12 anni)
Domenico Piccolo 10 anni (14 anni)
Francesco Piccolo 13 anni e 4 mesi in continuazione con pena complessiva di 16 anni e 4 mesi (14 anni)
Pasquale Piccolo 20 anni in continuazione con pena complessiva a 27 anni e 6 mesi (20 anni)
Salvatore Ricciardi assolto ( 14 anni)
Mario Russo 6 anni e 7 mesi (5 anni)
Gennaro Scognamiglio assolto (14 anni)
Salvatore Silvestre assolto (14 anni)
Vincenzo Timbone 9 anni e 6 mesi (14 anni)
L’indagine
Le indagini della Dda si sono focalizzate sul clan Piccolo-Letizia e dell’analogo sodalizio denominato clan Perreca, ad esso federato, entrambi operativi sui territori di Caserta, Marcianise, Recale e aree contigue, dagli anni ‘90 ad oggi, in aperta e armata contrapposizione con il clan Belforte.
Sotto la lente dell’Antimafia il controllo delle attività economiche, il rilascio di appalti e servizi pubblici, il rilascio di concessioni e autorizzazioni amministrative, l’illecito condizionamento del diritto di voto, il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari e finanziarie, l’affermazione del controllo egemonico sul territorio, anche attraverso la contrapposizione armata con organizzazioni criminose rivali.
L’indagine fotografa la contrapposizione dei clan rivali sul territorio e la lunga scia di sangue che ne è conseguita nel ventennio dal 1990 al 2009 ed il successivo mutamento di strategia dei clan col passaggio dalla fase ‘armata’ a quella silente e virulenta dell’infiltrazione nel settore dell’imprenditoria.
Le attività investigative, incentrate sulle intercettazioni dei colloqui in carcere e sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno offerto un rilevante spaccato delle tensioni interne al clan Piccolo, soprattutto tra la componente “Piccolo” e quella “Letizia”, negli anni successivi al 2005, allorquando, le numerose operazioni di P.G. e il proliferare di collaboratori di giustizia nelle fila del clan Belforte segnavano il progressivo indebolimento di tale sodalizio e la progressiva ripresa delle attività del clan dei Quaqquaroni, nell’ambito del quale iniziavano frizioni tra le due fazioni, per contendersi il ruolo di leader.