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Imprenditore ucciso per l’incasso, c’è prima condanna. IL VERDETTO

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Nella giornata di ieri, la Corte d’Assise presso it Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato it cittadino albanese TURSHILLA Argit alla pena di anni 23 di reclusione per l’omicidio dell’imprenditore agricolo GUARINO Pasquale, nonche per la rapina realizzata ai danni dello stesso. La sentenza rappresenta l’epilogo processuale della complessa attività d’ indagine relativa al grave fatto di sangue consumato, in data 23 settembre 2015, ai danni del suddetto imprenditore agricolo, assassinato da una banda di criminali nel corso di una rapina perpetrata ai suoi danni e finalizzata a sottrargli l’incasso quotidiana della sua attività imprenditoriale.

 

 

Pia nel dettaglio – secondo la prospettazione operata dalla Procura della Repubblica e integralmente condivisa dalla Corte d’Assise – sarebbe stato proprio TURSHILLA Argit, unitamente ad altri partecipi, uno dei responsabili dei gravi delitti sopra descritti, rendendosi successivamente irreperibile al fine di sottrarsi agli accertamenti dell’autorità giudiziaria. Infatti, in relazione a tale delicata vicenda, it TURSHILLA – attinto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa, in data 6 ottobre 2017, dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura – e stato destinatario di un mandato di arresto estradizionale emesso per stigmatizzare it suo acclarato status di latitanza.

 

Dopo circa sette mesi di incessanti ricerche, il 18 marzo 2018, la polizia albanese del distretto di Dibra, in esecuzione dell’ordine di cattura internazionale spiccato dallo Stato italiano, ha finalmente tratto in arresto, ai fini di estradizione, il suddetto cittadino albanese.

 

 

L’arresto venne eseguito all’esito di una fattiva e sinergica collaborazione tra i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere ed il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Fondamentale per il rintraccio e il monitoraggio del prevenuto, e stato, altresì, il contributo offerto dall’ufficio dell’esperto per la sicurezza in Albania, che ha operato in costante contatto con le autorità di polizia albanesi. Con la predetta sentenza, oltre alle pene accessorie di legge, il TURSHILLA Argit e stato condannato al risarcimento dei danni nei confronti delle costituite parti civili – la moglie e i due figli dell’imprenditore assassinato — essendo stata comminata una provvisionale di € 100.000 ciascuna.

 

Nella foto da sinistra Turshilla e Guarino