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Simulazione di reato, indagato dalla DDA il giornalista “anticamorra” De Michele

Caserta/Cesa (Luigi Criscuolo). Indagato dalla DDA per simulazione di reato il giornalista casertano Mario De Michele, sotto scorta dallo scorso novembre per quel presunto attentato che subì nella periferia di Gricignano di Aversa.

L’indagine come riporta l’edizione odierna de Il Mattino parte da quei 5 colpi di pistola dello scorso 5 maggio sparati contro la sua casa. Secondo gli inquirenti quell’episodio è stato simulato.

 

Era diventato una celebrità

 

A questo punto il 46enne residente a Cesa rischia di perdere anche la scorta che lo segue come un’ombra dal giorno dopo quel raid che fu denunciato ai carabinieri di Aversa: furono esplosi dieci colpi contro la sua auto e nessuno centrò il cronista, miracolosamente scampato all’agguato.  “Il caso del campo sportivo di Succivo” secondo il 46enne era un possibile movente, aver parlato di quell’appalto, lo disse alle Iene: “E’ stata la Camorra, mi voleva morto”.

Di lui ne hanno parlato tutte le più importanti trasmissioni televisive nazionali, è stato ospite in Rai da Vespa e in altri programmi, alle Iene con un servizio molto corposo, in pochi giorni è diventato una celebrità.

Secondo l’indagine dei carabinieri di Aversa De Michele ha mentito, i colpi di pistola naturalmente sono veri, ma sono tante le incongruenze.

Ieri l’annuncio dell’uscita di scena con un articolo scritto sulla testata da lui diretta da quasi 10 anni, Campania Notizie, con il quale annuncia all’improvviso l’addio all’attività giornalistica: “Mi devo dedicare agli affetti che ho trascurato, la famiglia”.

Chiaramente il caso sarà sottoposto al consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti, ci saranno sicuramente dei provvedimenti.

 

L’ammissione e poi l’addio al giornalismo

 

Un commiato, quasi una ammissione, ecco uno stralcio:

A causa di quel vestito da supereroe ho commesso qualche errore, alcuni gravi. Imperdonabili.

Parentesi doverosa per sgombrare il campo da equivoci: rivendico lo farò sempre tutte le battaglie contro il malaffare, contro la corruzione contro le infiltrazioni mafiose nel mondo politico-amministrativo. Sono fiero e lo sarò sempre delle inchieste di 10-20 puntate condotte per amore della verità. Ma devo fare un passo di lato. La vanitas è ben altra cosa rispetto al giornalismo. Trasformarsi con compiacimento da persone in personaggio è il sintomo di un disagio punto di stanchezza fisica e mentale. Ci voleva una doccia fredda della consapevolezza. Altrimenti la mia liberazione da un ruolo assillante non sarebbe mai arrivata. Fine di un incubo punto sono tornato con i piedi per terra. Chiedo scusa magistratura carabinieri prefettura.

 

Nonostante queste parole molte dubbie sul suo effettivo ‘status’, tante persone e soprattutto anche alcuni colleghi, sui social gli hanno manifestato la solidarietà, della serie “Vai avanti, non ti arrendere“.

 

Giornalisti con la ‘G’ maiuscola

 

Qualche altro stupido, sempre ieri, ha scritto che De Michele molla perché in provincia di Caserta, i giornalisti con la G maiuscola non ci sono, ci sono solo quelli che lavorano sotto dettatura; siamo davvero alla follia, sono tanti quelli che hanno perso la bussola in questo settore.

Abbiamo sempre avuto molti dubbi su quella storia, noi questo mestiere preferiamo farlo in silenzio, con le nostre battaglie, spesso cercando anche di essere utili alle forze dell’ordine, per senso civico e giustizia sociale. Le medaglie non ci interessano, così come le etichette dei giornalisti anticamorra…

 

La nostra passione

 

L’unica cosa che ci preme è di continuare a fare con passione quello che ci piace, in un settore dove c’è grande crisi e dove ci sono tantissimi tagli e tanti colleghi disoccupati.

Il nostro obiettivo è sopravvivere, perché non sapremmo fare altro, e siamo orgogliosi di quello che in questi 5 anni siamo riusciti a porre in essere con umiltà e serietà…