MADDALONI. Non si faceva remore a parlare dello spessore criminale della sua famiglia, nè delle attività illecite da lui gestite. Certo, in quel marzo 2019, mentre era ai domiciliari, Salvatore D’Albenzio non pensava di essere ascoltato mentre parlava con l’autista che lavorava nei paraggi della sua abitazione.
In quella circostanza il 49enne si lasciò andare parlando anche delle attività di spaccio che avvenivano all’interno della sua abitazione di via Cornato che – secondo lui – avevano portato al suo arresto per una soffiata fatta ai carabinieri.
“Quando vedeva il bordello e vedeva qua che spacciavo e facevo no? Io non spacciavo il pezzo, io vendevo all’ingrosso. Ha fatto un casino, ha dovuto togliere da mezzo delle guardie, per amore di mamma perchè adesso è guerra. Stiamoci fermi, quando esco se ne parla…ci sta gente da sopra questo parcheggio…raccontano chi va e chi viene e tutto cosa….io so tutto.”
Nel dialogo D’Albenzio delinea anche l’attuale situazione del traffico delle sostanze stupefacenti sull’area maddalonese dove è in atto una scalata da parte nei caivanesi. L’erede del “Faraone” non sembra preoccupato dai rivali visto che è in atto un’offensiva della Dda nei loro confronti in grado di fare piazza pulita anche a Maddaloni.
Dopo la sua scarcerazione avrebbe potuto riprendere le attività di spaccio come avveniva prima dell’arresto: “La faccia è sempre la mia…ora nel mercato sono entrati quelli di Caivano…fateli fare…fateli fare. Ora se la Dda non rompe il cazzo ppure a me sono a posto! Ci togliamo a questi qua senza fare la guerra….senza sparare e senza uccidere a nessuno…il bordello non serve a nessuno. Io arrivo a Durazzano, a Sant’Agata, a Benevento, ad Avellino, a Salerno, porto la droga da tutte le parti! Quello che non capisci tu. Hai capito? Il giro che tenevo!”