Skip to main content

Racket snack e caffè, ecco il pizzino trovato dalla polizia a casa D’Albenzio: aveva sconfinato dagli alleati

 

MADDALONI/MARCIANISE. La storia criminale della zona meridionale della provincia di Caserta ci ha abituato a considerare i D’Albenzio in rapporto di subalternità rispetto alla famiglia Belforte, diventata dal 2010 in poi, in pratica l’ombrello sotto il quale i maddalonesi hanno protetto i loro affari dopo l’offensiva della magistratura.

 

L’ordinanza eseguita ieri nei confronti del gruppo D’Albenzio sembra però raccontarci se non un ribaltamento, almeno un riequilibrio dei ruoli e non solo per le dichiarazioni captate  intercettando l’ultimo dei “Faraoni”, Salvatore D’Albenzio, perno dell’inchiesta ed al quale di certo non fa difetto la “stima” criminale per i suoi illustri precedessori.

 

Proprio nella sua abitazione di via Cornato dove il 49enne era ai domiciliari, nel corso di una perquisizione, gli agenti della squadra mobile di Caserta hanno trovato un pizzino con i nomi di otto tra negozi e ditte da sottoporre al racket dei distributori di snack e caffè.

 

Un sequestro documentale decisivo per le indagini ma utile anche a capire fin dove si erano spinti i D’Albenzio: delle otto attività scritte a penna, infatti, ben 4 si trovano tra il Vialone e Marcianise, area belfortiana per eccellenza un tempo, una è a San Marco Evangelista, ed altre tre sono dislocate tra Madddaloni e Valle di Maddaloni. Si tratta di ditte che interessavano il gruppo per l’installazione da parte della ditta amica dei distributori e delle macchinette del caffè come dirà poi lo stesso Salvatore a un familiare in una telefonata captata dagli investigatori.