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Zagaria scarcerato, parola alla difesa: “Diritto salute prima di tutto”. I 15 anni in cella tra studio e processi

 

 

 

CASAPESENNA. La sua è stata certamente una scarcerazione eccellente soprattutto per il nome che per i motivi di salute. Dopo una settimana di polemiche l’avvocato Angelo Raucci, difensore insieme ai penalisti Andrea Imparato e Lisa Vaira, in un’intervista all’Adn Kronos ha fatto chiarezza sulla posizione del suo assistito, Pasquale Zagaria,

 

Zagariia è stato scarcerato il 24 aprile scorso su decisione del Tribunale di Sorveglianza di Sassari che ha stabilito che il fratello del superboss Michele Zagaria, malato di tumore e detenuto al 41 bis, non era più nelle condizioni di essere sottoposto a chemioterapia in quanto l’ospedale di Sassari, dove è sottoposto alle cure, è stato trasformato in reparto Covid. Il magistrato di Sorveglianza, accogliendo le richieste dei legali, ha disposto la sospensione della detenzione di Zagaria per 5 mesi, periodo dopo il quale le sue condizioni di salute saranno nuovamente esaminate per verificare se la motivazione posta alla base della concessione dei domiciliari sia ancora valida o se il boss potrà tornare in carcere. I legali del boss hanno prima fatto una serie di richieste per ottenere il trasferimento in altri istituti dove Zagaria potesse essere curato, e solo successivamente hanno chiesto la concessione dei domiciliari o, ancora una volta e in subordine, il trasferimento in un istituto penitenziario che gli permettesse di proseguire le cure. Di fronte alle richieste dei legali, il Tribunale di Sorveglianza, in attesa che il Dap indicasse un sito carcerario alternativo, ha anche disposto alcuni rinvii, ma indicazione del Dap non è arrivata

 

“Premesso che il “fine pena” per il mio assistito è previsto comunque fra due anni, e premesso ancora che noi legali non vogliamo entrare nelle polemiche di questi giorni perché abbiamo fatto solo il nostro dovere chiedendo al Tribunale di valutare le condizioni di salute, voglio però sottolineare, a proposito della presunta pericolosità di Zagaria, che la Corte d’Appello per le misure di prevenzione aveva ritenuto che non fosse più un soggetto pericoloso, tanto che non applicò la misura di prevenzione personale, che è uno strumento di controllo su un soggetto ritenuto pericoloso. Ma voglio rammentare anche che Zagaria si è costituito personalmente nel 2007 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, e tutti i processi cui è stato sottoposto sono per fatti precedenti alla sua consegna in carcere” ha dichiarato Raucci.

 

“IL diritto alla salute è un diritto primario non meno importante rispetto all’interesse punitivo dello Stato, e si dimentica che abbiamo l’articolo 27, terzo comma, che parla di risocializzazione nella funzione della pena, e per un soggetto che ha scontato circa 15 anni di carcere continuativi, dando anche segnali di recupero e scolarizzandosi, a maggior ragione forse quel diritto primario alla salute deve mantenere una sua forza nel confronto con l’interesse punitivo della Stato, anche di fronte a una condannato definitivo”.