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Scarcerazioni per Covid, rischio libertà anche per i superboss

Caserta. Per scongiurare il diffondersi dell’epidemia da Covid-19 all’interno delle carceri è stato pubblicato il decreto Cura Italia per snellire la popolazione degli istituti carcerai di tutto il territorio nazionale.

 

Tale decreto prevede la possibilità per i condannati per reati di minore gravità di scontare la pena detentiva non superiore a 18 mesi presso il proprio domicilio, ma non prevede distinzioni tra le varie tipologie di reato e così a beneficiare di questo decreto rischiano di essere anche i condannati al 41-bis.

 

Il primo detenuto condannato al 41 bis a godere dei vantaggi del nuovo decreto è stato Francesco Bonura, mafioso siciliano di prim’ordine.

 

“E’ intollerabile che l’emergenza sanitaria venga utilizzata come scusa per mettere in libertà pericolosi criminali. Lo Stato deve combattere la mafia e la camorra e non può prendere provvedimenti che favoriscano gli esponenti di clan, è un insulto a chi si è sempre battuto, esponendosi a numerosi rischi, contro la criminalità organizzata ed un’offesa a tutte quelle persone che hanno sofferto a causa di questi criminali.

 

Anche i detenuti devono essere protetti dal contagio ma questo lo si può fare anche facendo rispettare dei protocolli di sicurezza all’interno delle carceri. Non vorremmo trovarci ben presto di nuovo in libertà boss sanguinari come Raffaele Cutolo, Paolo Di Lauro o i Moccia” ha dichiarato il Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.

 

Lo stesso Cutolo ha inoltre richiesto di poter ottenere i domiciliari. Non si hanno notizie istanze del genere da parte dei superboss dei Casalesi da Michele Zagaria a Francesco Schiavone ma c’è ovviamente fibrillazione nella galassia criminale egemone nell’agro aversano anche per i risvolti di quanto accaduto a Santa Maria Capua Vetere dove però non sono reclusi i padrini del cartello criminale.