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Medico beccato al lavaggio dopo sanificazione uffici: scatta multa. Ignorata autocertificazione

Santa Maria Capua Vetere/Piedimonte. Lascia amareggiati quanto accaduto lo scorso 10 aprile a Piedimonte Matese dove un medico, in pieno servizio, si è ritrovato sanzionato dai locali agenti della GdF perché intenta … per strada. Per lei una multa di 533 euro e non solo…

Lo sconcerto lascia poi il passo al paradosso laddove si apprende che i militari hanno sanzionato il la dottoressa (anche con una quarantena d’ufficio per la durata di 14 giorni) senza aver inteso acquisire la autocertificazione che a seguito dei vari DPCM è divenuta obbligatoria per ogni uscita.

Il fatto invero è semplice: come noto a tutti, gli uffici pubblici e le imprese “lasciati” aperti durante questo periodo sono tenuti ad una sanificazione corrente e frequente dei locali di lavoro. A tanto non sono esentati gli uffici dell’Asl; i mezzi, però, per effettuare tale sanificazione e/o disinfezione sono, come noto, pochi per cui onde procedere a tanto gli uffici di Piedimonte Matese dovevano ritirare l’apposito strumento da quelli di Santa Maria Capua Vetere.

 

Per tale ritiro veniva appunto delegato il medico in questione che effettuava il tutto a mezzo vettura privata. la suddetta la sera lasciato il suo “posto di combattimento” si recava in Santa Maria Capua Vetere per ritirare lo strumento per la sanificazione da impiegare l’indomani per la sanificazione dei locali dove svolge la sua attività medica.

 

Effettuata la sanificazione dei locali doveva rientrare a casa, ma visto che lo strumento impiegato era portatore di possibili agenti virali si rendeva necessario sanificare anche l’auto utilizzata per le operazioni stesse, e così avvedendo lungo la strada un autolavaggio automatico, libero da persone, si fermava per effettuare la pulizia sanificatrice della vettura.

 

Il blitz della pattuglia

 

In quel momento una pattuglia delle Finanza passando per quei luoghi per rituale servizio di controllo e vedendo la dottoressa impegnata a lavare l’auto si avvicinava e senza alcun sentire elevava la famigerata contestazione: come detto il tutto avveniva senza ritirare neanche la autocertificazione prevista. La contestazione sollevata al medico è stata “hanno sorpreso la parte sopra meglio generalizzata intenta a porre in essere condotte in violazione agli obblighi imposti per contenere l’epidemia ed il relativo rischio di contagio”. A tale sanzione amministrativa al medico è stata poi applicata la ulteriore sanzione dell’obbligo dell’isolamento fiduciario per 14 gg presso il proprio domicilio”.

 

Insomma, la vicenda è una ennesima dimostrazione di come una norma subisca distorsioni nella sua applicazione. Distorsione che nel caso di specie è particolarmente rilevante in quanto la sua applicazione anomala ha portato che un medico, proprio perché intento ad evitare la diffusione del contagio, è costretto a stare a casa perché chi è chiamato ad applicare le norme può essere facilmente fuorviato dalla loro poco chiarezza o dal loro prestarsi a facili momentanee interpretazioni che possono o potano, come nel caso narrato il malcapitato cittadino ad essere multato ingiustamente o senza che quest’ultimo abbia ben chiaro il reale motivo della sua colpa.

La ratio delle norme emergenziali promulgate dovrebbe essere quella di evitare le sortire da chi non ha motivo di uscire di casa e non di punire chi per onere professionale è costretto non solo a esporsi al contagio ma addirittura ad “arrangiarsi” con mezzi propri pur di garantire ai terzi il diritto alla salute.