CASERTA. Facile chiamarli eroi quando la paura del Covid prende anche noi rintanati in casa col nemico alle porte sì, ma solo in tv. Difficile invece trattarli, se non da eroi, almeno dignitosamente. E’ una denuncia davvero inquietante quella che arriva da Caserta e pubblicata dalla pagina “Nessuno tocchi Ippocrate”. E’ lo sfogo degli operatori del 118 di Rianimazione.
Il testo della lettera
“Dateci un posticino pure a noi operatori di ambulanza 118 di rianimazione 09 Caserta. Visto che non siamo in possesso di una postazione non abbiamo neanche un bagno dove poterci semplicemente lavare le mani. Viviamo 24 ore su 24 in una stanzetta nell’ospedale di Caserta di 6 metri quadri in tre in una situazione promiscua tra uomini e donne, ovvero autista infermiere e medico, non possiamo cambiarci per indossare la divisa di servizio, non abbiamo un semplice bagno dove poterci lavare le mani dopo aver finito un intervento non possiamo espletare i semplici bisogni fisiologici.”
“Siamo in una situazione di estrema precarietà e nessuno ci aiuta la direzione sanitaria dell’ospedale di Caserta ci ha abbandonato e pure noi facciamo un servizio di emergenza estremamente particolare ovvero siamo l’unica ambulanza sul territorio che ha a bordo il rianimatore e veniamo trattati peggio degli animali …. solo perché siamo tutti volontari e non abbiamo diritto a nulla. Scusate lo sfogo ma non ce la facciamo più lavoriamo con grande passione e dedizione continuiamo a venire a lavorare anche sapendo che dobbiamo stare seduti su una sedia di legno sgangherata nell’attesa del prossimo intervento e trattenersi la pipì fino a fine turno quando torneremo finalmente a casa.”
Duro il commento dell’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”: “L’associazione è vicina a questi colleghi ritenendo inadeguati 6 metri quadri sia per la normale convivenza che per le procedure di vestizione/svestizione DPI per Coronavirus. Le postazioni 118 devono avere un bagno, 3 poltrone ed un frigo farmaci, in tal guisa non si da a questi colleghi una dignità professionale nonché umana poiché costretti ad espletare i propri bisogni fisiologici in bagno aperti al pubblico oppure in bar o autogrill (chiusi per coronavirus).”