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Carcere polveriera tra nuovo positivo e le indagini sulle violenze

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Resta elevata l’attenzione sul carcere di Santa Maria Capua Vetere dopo la notizia di un nuovo contagio. Prima di lui, erano risultati positivi tre detenuti e un medico esterno alla struttura. Da quel momento, l’Asl aveva iniziato una serie di tamponi a tappeto per limitare il contagio. Dagli ultimi tamponi effettuati, e’ risultato positivo l’agente, originario di Alife.

 

Intanto, i Radicali per il Mezzogiorno Europeo, gia’ attivi con la campagna ‘2000 mascherine per Poggioreale’, si sono mobilitati anche per il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Chiedono l’intervento della magistratura per i presunti pestaggi che sarebbero avvenuti nei giorni scorsi nel reparto Nilo del carcere a opera, secondo il racconto dei detenuti, di alcuni agenti. L’avvocato Raffaele Minieri, membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani e segretario dell’associazione Radicali per il Mezzogiorno Europeo, ha depositato una denuncia alla procura di Santa Maria Capua Vetere per chiedere accertamenti immediati.

 

“Bisogna accertare subito quali sono le condizioni fisiche dei detenuti – scrive l’avvocato – perche’ con il passare del tempo i segni di eventuali violenze scompariranno. Si susseguono notizie di stampa e audio sconvolgenti. E’ indispensabile che si verifichi cosa e’ successo sia per l’intollerabilita’ delle violenze gratuite, sia per tutelare il lavoro della Polizia Penitenziaria e di tutte le istituzioni”.

Della vicenda si è interessato anche il Garante dei Diritti dei Detenuti Piero Ioia che ha pubblicato alcune foto delle violenze sui social e citando l’articolo 27 della Costituzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. A Santa Maria l’articolo 27 è morto”.

 

IL PRIMO LANCIO

SANTA MARIA CAPUA VETERE/ALIFE. Lavora presso la casa circondariale Uccella di Santa Maria Capua Vetere il primo positivo della cittadina di Alife.

 

Il caso1 della comunità alle porte del comprensorio matesino era stato ufficializzato ieri dal Comune: stando a quanto emerso l’uomo è asintomatico e attualmente si trova in isolamento domiciliare a casa.

 

L’agente di polizia penitenziaria era stato sottoposto al tampone in seguito ai test effettuati all’interno della struttura dopo il primo caso di positività. Attualmente – secondo quanto riferito dall’elenco Asl ufficializzato questa mattina alle 8 – i casi di positività al Coronavirus presso la casa circondariale sono 4.

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