CANCELLO ARNONE. Tribunale reintegra rappresentante sindacale: società condannata. La nota di Fiadel spiega per l’intera vicenda.
“Il Tribunale di S. Maria C.V., con sentenza depositata in data 09.03.2020 ha accolto le richieste di un lavoratore iscritto alla FIADEL, licenziato nel settembre 2018 nel cantiere di igiene ambientale del Comune di Cancello ed Arnone.
Il licenziamento per giusta causa era motivato, per così dire, da una dichiarazione fatta da un operatore ecologico presso il Comune di Cancello ed Arnone, nella quale accusava due responsabili, tra cui il Nostro rappresentante sindacale, di avergli imposto la mancata raccolta dei rifiuti in una strada.
L’azienda, sollecitata anche da un documento trasmesso dal Comune, avvio il procedimento di licenziamento.
Nella sentenza il giudice ha dichiarato l’insussistenza del fatto contestato e ha condannato TeKnoservice a
reintegrare immediatamente il lavoratore; riconoscere allo stesso un risarcimento economico di 12 mensilità,
nonché al pagamento di tutte le mensilità maturate dalla data della sentenza all’effettivo rientro; pagare i
contributi previdenziali dalla data del licenziamento alla data dell’effettivo rientro; corrispondere il pagamento
delle spese legali.
La Segreteria Regionale e Provinciale della FIADEL esprime piena soddisfazione per l’accoglimento del ricorso
presentato a seguito del licenziamento, ritenuto fin da subito immotivato e inaccettabile.
Le motivazioni della sentenza hanno reso evidente la volontà della Società di colpire il lavoratore, costruendo
motivazioni e fatti che lo stesso giudice ha dichiarato insussistenti”.
“Grazie a questa sentenza, inoltre, si è impedito all’azienda di mettere in pratica un licenziamento illegittimo a
danno del lavoratore, in violazione delle norme e dei princìpi etici di cui molte aziende spesso si fanno portatrici.
Un particolare ringraziamento va all’Avvocato Pasquariello, che ha sostenuto questa difficile causa.
Un precedente estremamente positivo e stimolante, soprattutto per continuare a lottare contro quelle aziende
che tentano di liberarsi di lavoratori, cosiddetti scomodi, perché rappresentati sindacali.”