Aversa. Dramma al carcere di Aversa: un detenuto 35enne si è tolto la vita, impiccandosi nella sua cella. Pare che l’uomo si sia impiccato con delle lenzuola. Quando le uardie penitenziarie hanno fatto il giro delle celle, hanno visto il corpo dell’uomo ormai senza vita. Nonostante i soccorsi immediati, per il 35enne non c’è stato nulla da fare.
“Un’altra giornata di apprensione, l’ennesima, quella appena conclusasi nelle carceri. Ieri pomeriggio e fino a quasi mezzanotte e’ toccato ai penitenziari campani di Napoli Secondigliano e di Santa Maria Capua Vetere. A Secondigliano, le proteste dei detenuti si sono limitate alla battitura delle inferriate e a poco altro, tanto da non destare particolare preoccupazione seppure fosse stato necessario allertare precauzionalmente i rinforzi della Polizia penitenziaria. Ben diversa la situazione a Santa Maria Capua Vetere, dove ci sono state fortissime tensioni in due sezioni detentive con i detenuti che si sarebbero fatti scudo delle brande metalliche. Tuttavia, dopo una mediazione condotta dai Vertici dell’istituto penitenziario, e’ prevalsa la ragione e le proteste sono rientrate”.
A fare il resoconto sulla domenica appena trascorsa nelle carceri e’ Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale, che spiega: “le tensioni sono divampate dopo che e’ stato accertato il primo caso di contagio da coronavirus nel penitenziario casertano e sebbene i tamponi ai quali sarebbero stati precauzionalmente sottoposti un altro centinaio di ristretti avrebbero dato esito negativo”. “Quanto accaduto – prosegue il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – proprio perche’ e’ scaturito da un evento che, tutto sommato, potrebbe anche starci essendo rimasto isolato, dimostra ancor di piu’ come e quanto le nostre prigioni siano divenute autentiche polveriere per anni di sostanziale abbandono cui si e’ sommata un’inadeguata gestione dell’emergenza sanitaria anche sotto il profilo comunicativo”.
“L’istituto casertano, del resto – continua De Fazio – conta la presenza di quasi 1.000 detenuti a fronte di 818 posti disponibili, con un indice di sovrappopolamento di ben oltre il 120%; dato che da solo, questo, fa ben comprendere le difficolta’ organizzative e operative che lo attanagliano, specie nel frangente pandemico nel quale ci si trova”. “I fatti di ieri – conclude il sindacalista – indicano ancora una volta quanto sia indispensabile un’inversione di rotta nella gestione delle carceri che, in questo momento storico, dovrebbe essere assunta, pro-tempore, sotto la responsabilita’ della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Noi non ci stanchiamo di ripeterlo, nella speranza che il Governo ci ascolti; ma una cosa e’ certa e non teme smentite: cosi’ non va”.