Sparanise. Fin dall’inizio dell’emergenza da nuovo coronavirus è stato difficile, se non impossibile, trovare mascherine a norma, sia in Città che sul web.
Proprio a causa di questa carenza e della continua ricerca di mascherine da parte dei cittadini, una rete di sarte, professioniste e non, si è organizzata per realizzare mascherine fai da te, a chilometro zero, cucite con i ritagli di stoffa.
A far partire l’iniziativa è stata una donna sparanisana, Antonella Capezzuto, che, appena qualche giorno fa, aveva lanciato, tramite i social, un appello alle concittadine sarte e a chiunque possedesse in casa una macchina per cucire.
Molteplici le risposte di disponibilità alla sua richiesta di cucire, confezionare e distribuire gratuitamente le mascherine. Un gesto di generosità, solidarietà e ingegno apprezzato da tutta la comunità.
Le sarte, circa una quindicina, si sono riunite tramite un gruppo Whatsapp condividendo video tutorial e suggerimenti per la creazione delle mascherine. A oggi ne hanno realizzate ben 400 ma stanno lavorando duramente per soddisfare le esigenze di tutti i compaesani e coprire il loro fabbisogno.
Le mascherine sono realizzate in tessuto e dispongono di una tasca interna in cotone nella quale è possibile inserire una garza sterile o carta da forno per aumentare l’azione filtrante e protettiva. Prima dell’ultilizzo dovranno, però, essere sterilizzate.
La sanificazione e la distribuzione inizierà il prima possibile e sarà il Sindaco, Salvatore Martiello, a occuparsene. Lo stesso ne ha già ricevute in consegna circa 100 e ha anche fornito le sarte di tessuto plastico TNT (tessuto non tessuto usato anche in campo sanitario) per la produzione di altre mascherine.
A ottenerle per primi saranno sicuramente i più anziani e i più deboli.
C’è da sottolineare, però, che queste mascherine non sono dispositivi certificati raccomandati dal Ministero della Salute (quelli FFP2 o FFP3) e che le mascherine di stoffa non risolvono il problema del contagio da Covid-19.
Potrebbero comunque essere utili, per sé stessi e per gli altri, in caso si necessiti di uscire di casa per fare la spesa o per recarsi in farmacia o al lavoro, svolgendo una semplice azione di barriera in caso di starnuti o tosse evitando anche di toccarsi bocca e naso.
Non sono un rimedio a prova di virus ma un modo per far uscire di casa le persone un po’ più tranquille nonostante debbano essere rispettate le norme diffuse dal Ministero della Salute e più volte ricordate dai media (come mantere la distanza di almeno un metro tra una persona e l’altra, lavarsi spesso le mani, evitare luoghi affollati).
Ovviamente c’è un solo modo efficace per proteggersi, prevenire il contagio e la diffusione del virus: rispettare le regole del DPCM “Io resto a casa”.
La rete solidale delle volontarie che stanno realizzando le mascherine di stoffa sta dando, comunque, un contributo prezioso e una grande risposta in termini di solidarietà e partecipazione, in questo momento di emergenza sanitaria Covid-19 che si fa sempre più critica.
Ecco alcuni dei nomi delle sarte volontarie: Antonella Capezzuto, le sorelle Aurora e Maria Tanzillo, Caterina Fiato, Zara Di Cerbo, Maria Grazia Papa, Tina Marrandino, Carmela Zitiello, Cristina Capo, Irene Capezzuto, Elena Cioppa, Sarte calene.