Caserta. E’ passato un mese dalla prima tappa di “Miss e Mister Fenice” un concorso di bellezza per ragazze e ragazzi in carrozzina dai 16 ai 50 anni. Ragazzi e ragazze diversamente abili provenienti da differenti Regioni d’Italia, reclutati attraverso una rete di contatti intessuta con i social network. Concorso al momento sospeso a causa della delicata situzione che il nostro paese sta attraversando.
Questo particolare progetto prende vita una sera, dall’incontro tra Ettore Dimitroff, presentatore dell’evento e “l’associazione la Fenice” composta da: Monica Pisapia, Cinzia Imparato, Agostino Gulmo e Ciro Andolfo . Questo particolare progetto mira a mettere in primo piano persone con disabilità aiutandoli ad abbattere gli stereotipi della gente.
Come affrontare l’opinione pubblica difronte ad una disabilità che a volte mette in un angolo le persone rendendole deboli, come abbattere i muri che la gente innalza ce lo racconta in prima persona Monica Pisapia presidente dell’associazione “la Fenice” .
L’INTERVISTA
“Sono Monica oggi una donna forte. Moglie e mamma di due splendidi bimbi che ho cresciuto e cresco sola senza nessun aiuto si perché una mamma in carrozzina può crescere i suoi bimbi da sola IO L’HO FATTO.
Non è stato semplice specialmente con il mio primo bimbo Luca che ora ha nove anni essendo la prima esperienza di mamma c’era anche un po’ di paura ma poi è passata giorno per giorno e siamo cresciuti entrambi. Con l’arrivo di Mariah Morena, che oggi ha 4 anni è stato diverso sapevo già cosa e come fare, sapevo come comportarmi. Infatti con lei è stato ” un gioco da mamma”.
Cosa vi posso dire in breve di me? Sono sempre stata una brava figlia, rientravo presto la sera, lavoravo e ho sempre voluto essere indipendente. Amo essere indipendente anche oggi che la mia vita è cambiata. Cerco di fare sempre tutto da sola, ovvio che dove le barriere architettoniche mi bloccano cerco aiuto ma li è un limite che è imposto alla mia situazione. Nel 2004 ho avuto un bruttissimo incidente in macchina, ho rischiato di morire con l’operazione poiché complicata. Ma non mi sono arresa neanche li. Ho scelto di restare anche se sapevo che sicuramente la mia vita sarebbe stata diversa. Infatti al mio risveglio ho capito che non avrei potuto più camminare. Solo il Signore sa come mi sono sentita e Lui ha ascoltato e asciugato le mie lacrime nelle notti di sconforto totale dove cercavo il perché? il perché’ proprio a me. Il perché proprio in quell’età che stavo realizzando tutti i miei sogni, mai ho trovato una risposta alle tante domande, ma ho trovato la forza di reagire e di abituarmi a questa nuova situazione che poteva farmi comunque vivere ancora.
Dopo tanti mesi di riabilitazione a Roma al CTO Andrea Alesini sono tornata a casa di mia spontanea volontà, ho firmato e sono tornata a casa. Avevo bisogno di fare i conti con la realtà e li ho iniziato a far i conti con le barriere architettoniche e non solo . Ho dovuto fare i conti con l’ignoranza delle persone e delle barriere mentali.
Quanto difficile è stato e quanta forza ho avuto Dio solo lo sa. Gli occhi delle persone e le parole che sentivo mentre passeggiavo con un’amica erano assurde, dolorose, umilianti per una ragazza di 19 anni. Ma con l’aiuto delle persone care, in particolare di mia mamma, sono riuscita ad andare avanti e grazie alll’amore per la vita è stato che è stato sempre forte in me ho imparato a reagire: Ho imparato a no dare peso alle parole della gente.
Ho preso la patente e ho imparato a portare la macchina con gli adattamenti per persone in carrozzina, il tutto da sola perché le autoscuole del mio paese non avevano le macchine adatte a persone disabili. Allora ne ho comprata adatta a me. E’ stata una soddisfazione. Con macchina a mia disposizione è stato tutto più semplice! Ho passato mesi in ospedale in Germania altri pareri medici su richiesta di mia madre, ma li non è cambiata la mia situazione fisica, ma ho imparato tante cose. Ho imparato; a cadere dalla sedia e risalire da sola, a salire e scendere dalla vasca, a mettermi sul sediolino in doccia, a caricare la sedia in macchina insomma una totale autonomia. Ma poi era forte il desiderio di ritornare a casa e così anche in questa struttura, decisi di firmare le dimissioni per far ritorno a casa.
Dopo qualche anno anche per me arrivato il grande giorno, quello che tutte le ragazze sognano. Mi sposo co l’amore della mia vita colui che mi ha dato ancora di più la forza di reagire. Due anni dopo nasce Luca, tutto era bello fino a quando Luca non ha iniziato l’asilo! Da quel momento in poi Luca ha iniziato a vedere la sua mamma con gli occhi delle persone e le persone mi vedevano diversa. Commentavano dietro di me e lui sensibilissimo sentiva e incamerava. Non è stato semplice fare i conti con quella realtà allora ho iniziato a volermi mettere in gioco per far capire alla gente e a lui che la sua mamma è una mamma che ha una marcia in più una mamma che sa come superare gli ostacoli della vita che non si abbatte che non si ferma e quindi ho iniziato a sfilare perché non ero diversa dalle altre ragazze.
La mia prima sfilata è stata a Salerno con Benedetta De Luca, ne sono seguite altre per la provincia di Caserta. Non mancano i concorsi di bellezza e infine l’invito di Ettore Dimitroff a voler realizzare un concorso tutto nostro. Attraverso questo concorso mi è possibile mandare un messaggio: STOP BARRIERE ARCHITETTONICHE STOP BARRIERE MENTALI NOI SIAMO OLTRE… OLTRE OGNI LIMITE OLTRE L’IGNORANZA.
Monica vuole essere un modello per questi ragazzi a non arrendersi alla vita.
Ma perché la scelta del nome “la fenice” per questo concorso?
La scelta del nome non è casuale: “la fenice” l’uccello mitologico che risorge sempre dalle sue ceneri è il messaggio che si vuole dare a chiunque senta la voglia di riscattarsi e uscire dall’isolamento sociale, di chi vuole abbattere i muri degli stereotipi, di chi non vuole sentirsi emarginato. Un concorso di bellezza per uomini e donne provenienti da tutt’ Italia con la voglia di mettersi in gioco e conoscere nuove testimonianze di chi come ognuno di loro è riuscito a risorgere e dire Si alla vita.