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“A Caserta non si trovano camionisti: nessuno vuole fare quei turni”. Buchi anche nella ristorazione

 

 

Caserta. Cercasi autisti disperatamente. A Caserta, così come in altre province meridionali, mancano però anche altre figure, anche nella ristorazione.

 

“Quest’anno afferma il Segretario Renato Mason – sul fronte del mercato lavoro si profila una crescita dell’occupazione a livello nazionale dello 0,4 per cento, anche se in riduzione rispetto allo 0,6 registrato l’anno scorso. Si rischia, pertanto, di interrompere un trend particolarmente favorevole, soprattutto per i giovani che, secondo i dati Istat relativi al 2019, hanno registrato una flessione significativa del tasso di disoccupazione, raggiunto grazie alla buona performance dell’apprendistato che costituisce ancora adesso il contratto piu’ utilizzato per consentire agli under 25 di entrare nel mercato del lavoro”.

 

Sebbene al Sud la difficolta’ di “coprire” le opportunita’ lavorative offerte dalle aziende e’ ovviamente inferiore a quella presente nel Centro-Nord, la percentuale media di difficile reperimento e’ comunque al 27,5 per cento, con punte del 35,7 per cento a Chieti, del 34,4 per cento a Teramo, del 32,5 a Siracusa, del 32,2 a Potenza, del 31,7 a Taranto, del 31,6 a L’Aquila e del 30,6 a Cagliari. Analizzando l’elenco delle professioni di difficile reperimento, emerge che in tutte le principali province del Sud (Bari, Catania, Caserta, Foggia, Lecce, Messina, Napoli, Palermo e Salerno), le imprese faticano a trovare sul mercato cuochi, camerieri, altre professioni dei servizi turistici e, in particolar modo, conduttori di mezzi di trasporto, ovvero gli autotrasportatori. Una cosa che fino a qualche decennio fa era impensabile. Da qualche anno, invece, i giovani non vogliono piu’ fare gli autisti di mezzi pesanti, sia perche’ il costo per ottenere la patente C o D e la “Carta di Qualificazione del Conducente” (CQC) ha una dimensione importante che oscilla tra i 2.500 e i 3.000 euro, sia perche’ e’ una professione estremamente faticosa. Alle ore di guida spesso si accompagnano anche quelle necessarie per compiere le operazioni di carico e scarico della merce trasportata.

 

La difficolta’ di trovare degli autisti di mezzi pesanti e’ una delle tante contraddizioni che caratterizzano questo settore che, ricordiamo, negli ultimi 10 anni ha perso quasi 25 mila padroncini, anche se oggi fatica a reperire, persino al Sud, giovani disponibili a mettersi alla guida di un Tir come dipendenti. Piu’ in generale, comunque, il nostro mercato del lavoro presenta un grande paradosso che non e’ riscontrabile tra i nostri principali competitors presenti in Europa. Pur avendo un numero di diplomati e di laureati tra i piu’ bassi di tutti i paesi UE, gli occupati sovraistruiti presenti in Italia sono poco meno di 6 milioni, il 24,2 per cento degli occupati totali e il 35 per cento degli occupati diplomati e laureati. Negli ultimi anni questo fenomeno e’ aumentato per 2 ordini di motivi: pur di lavorare molte persone hanno accettato una occupazione meno qualificata del titolo di studio conseguito; “mismatch” (disallineamento) esistente tra le competenze richieste e quelle possedute.

 

Questa specificita’ provoca un forte disinteresse e una scarsa motivazione per il proprio lavoro che ha delle ricadute molto negative sulla produttivita’ del sistema economico. Un risultato che e’ anche ascrivibile al fatto che in Italia, pur avendo pochi laureati, la maggioranza lo e’ in materie umanistiche o sociali difficilmente spendibili nel mercato del lavoro, mentre abbiamo un numero insufficiente di laureati in materie scientifiche (matematica, fisica, chimica, etc.) che, invece, sono ricercatissimi, soprattutto dalle nostre medie e grandi imprese.