San Marcellino. È il manager Giovan Battista Papello la figura-chiave dell’inchiesta che ha portato oggi all’arresto di 10 persone per ipotesi che vanno dalla corruzione alla bancarotta. L’indagine è stata svolta dal Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza, coordinata dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Rodolfo Sabelli. Papello «si è reso responsabile di una pluralità di condotte delittuose – scrive il giudice – tutt’altro che occasionali, poste in essere senza soluzione di continuità, per un considerevole intervallo di tempo (almeno dal 2016 sino al 2018), ed espressive della spregiudicatezza e pericolosità dell’indagato».
«Nella vicenda relativa all’appalto stipulato con il Comune di San Marcellino, Papello, posto agli arresti in carcere, anziché addivenire ad una soluzione concordata con i legali della controparte si adopera tramite intermediari a corrompere un pubblico ufficiale». Nel motivare l’esigenza della misura cautelare il gip scrive che «è certo o comunque altamente probabile che si ripresenterà l’occasione del delitto ed è altrettanto certo o comunque altamente probabile che l’indagato se lasciato libero tornerà a delinquere».
A Giovanni Battista Papello, ex consigliere dell’Anas, per molto tempo vicino ad esponenti politici del centrodestra, con residenza a Frosinone e attività un po’ in tutta Italia, si contestano ipotesi di corruzione e di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale.
La mazzetta al maresciallo
Nell’ordinanza di applicazione della misura di custodia cautelare, firmata dal gip Daniela Caramico D’Auria, si legge: “Si può sicuramente affermare, la sussistenza di un elevato rischio di recidiva nei confronti dell’indagato papello Giovan Battista Papello, il quale si è reso responsabile di una pluralità di condotte delittuose tutt’altro che occasionali, poste in essere senza soluzione di continuità, per un considerevole intervallo di tempo (almeno dal 2016 sino al 2018), ed espressive della spregiudicatezza e pericolosità dell’indagato. Come si è visto, egli manifestando una totale indifferenza all’osservanza delle regole, risponde di due episodi di corruzione del reato di bancarotta fraudolenta”. E poi “nella vicenda relativa all’appalto stipulato con il comune di San Marcellino – scrive il gip – Papello anziché addivenire ad una soluzione concordata con i legali della controparte si adopera tramite intermediari a corrompere un pubblico ufficiale e allo stesso modo si comporta nella seconda vicenda, ove per bloccare il pagamento di un assegno, si rivolge tramite un intermediario ad un maresciallo dei Carabinieri compiacente che acconsente dietro elargizione di una somma di denaro, a redigere una falsa denuncia di smarrimento dell’assegno”.
Nel motivare l’esigenza della misura cautelare in carcere per Papello, il giudice spiega: “È certo o comunque altamente probabile che si ripresenterà l’occasione del delitto ed è altrettanto certo o comunque altamente probabile che l’indagato se lasciato libero tornerà a delinquere”. “I ruoli ricoperti dal Papello, – prosegue l’ordinanza – ex consigliere Anas e membro di segreterie politiche, hanno consentito allo stesso di acquisire nel tempo numerose conoscenze di pubblici ufficiali incaricati di seguire le procedure di appalto presso enti territoriali, di appartenenti alle forze dell’ordine e di imprenditori, disponibili a rivestire incarichi fiduciari presso società a lui riconducibili”. Oltre a Papello è finito in carcere anche un suo presunto collaboratore. Nei confronti di altre 8 persone sono stati disposti gli arresti domiciliari. Nel complesso sono indagate una ventina di persone.