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Delitto Katia Tondi: il Tribunale boccia la richiesta di scarcerazione per Lavoretano

Santa Maria Capua Vetere. Il Tribunale del Riesame boccia la richiesta degli arresti domiciliari per Emilio Lavoretano, accusato di essere l’assassino di sua moglie, Katia Tondi, trovata senza vita nella sua abitazione a San Tammaro, la sera del 20 luglio del 2013.

 

 

La Procura incriminò Lavoretano, quale maggiore sospettato di omicidio volontario commesso con le modalità dell’impeto, per uno scatto d’ira. Un raptus per aver perso la pazienza per qualcosa di cui non è dato al momento sapere.

Emilio si è sempre difeso dicendo di essere uscito poco prima delle 19, quando la moglie era ancora viva, di essere rincasato intorno alle 20, e di aver rinvenuto il corpo della moglie accasciato vicino alla porta di casa; a conferma del suo alibi consegnò anche uno scontrino della spesa, e fu inizialmente creduto.

In fase di indagine emersero discrepanze sull’orario della morte della donna già con la prima perizia eseguita dal medico-legale incaricato dalla Procura, secondo cui la Tondi sarebbe stata uccisa tra la 14 e le 16, orario in cui Lavoretano non era presente in casa in quanto a lavoro (era dipendente presso un’officina di cambio gomme), mentre la 31enne in quell’arco temporale era in compagnia della madre.

Per Lavoretano la condanna a 28 anni, non ancora definitiva, è una misura cautelare, in vista del processo e della sentenza definitiva che potrebbe confermare o smentire del tutto quanto deciso dalla Procura.