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Pizzo e usura a Recale, sentenza per 5. NOMI E FOTO

Recale. Due riduzioni e tre conferme. Regge alla prova della Corte di Appello l’inchiesta su estorsioni e usura a Recale. Poco fa è stato emesso il verdetto di secondo grado: sono stati inflitti 15 anni a Luigi Noia, 2 anni e mezzo a Michele Mastroianni, 12 anni a Francesco Mastroianni, 11 ad Andrea Mastroianni, 2 anni a Luigi Lazzerotti.

 

Per gli ultimi tre le condanne di primo grado sono state confermate, per gli altri sono state abbassate di pochi mesi. L’indagine, portata avanti dai carabinieri della stazione di Macerata Campania, si è sviluppata con intercettazioni e servizi di osservazione e grazie al racconto delle vittime per ricostruire i 5 episodi contestati: si tratta di 4 estorsioni e una richiesta usuraria.

Stando a quanto emerso nel procedimento Noia e Mastroianni approfittando dello stato di necessità del titolare di una ditta di onoranze funebri elargivano prestiti facendosi corrispondere somme di denaro con interessi del 10% in occasione dei servizi prestati. L’opposizione della vittima ha spinto Noia e Mastroianni, con la complicità di Lazzerotti, ad esercitare condotte estorsive per ottenere la restituzione delle somme prestate arrivando a inserire la moglie di Mastroianni nell’assetto gestionale dell’impresa funebre.

A Noia furono contestate anche altre 3 estorsioni, una delle quali commessa, secondo la Procura, insieme a Silverio D’Aria. In un caso Noia avrebbe costretto delle persone già vittime di usura nell’ambito di un altro processo già in corso a Santa Maria Capua Vetere, ad incassare una somma di denaro, quale risarcimento del danno che poi, veniva restituita, dietro costrizione, all’indagato.