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Le elezioni capuane finiscono nel dossier Dia: “Così clan faceva le liste”

Capua. Non poteva essere altrimenti. Il 2019 ormai alle spalle dal punto di vista giudiziario in provincia di Caserta è stato anche l’anno dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Carmine Antropoli, ora libero in attesa dell’esito del processo.

Un’indagine che è parte rilevante del paragrafo che il dossier della Direzione Investigativa Antimafia ha dedicato alla provincia di Caserta nell’ambito della relazione semestrale resa nota in queste ore.

Ecco lo spaccato delineato in riferimento proprio all’inchiesta su clan, appalti e politica. Una fotografia scattata prima della scelta di Francesco Zagaria di diventare collaboratore di giustizia:

“Tra i sodalizi che fanno parte del cartello, il gruppo ZAGARIA di Casapesenna è quello che meglio rappresenta il cd. clan “impresa”, in grado di occupare, quasi in regime di monopolio, interi settori economici. Diversi sono i provvedimenti cautelari in cui sono riportate vicende che hanno contribuito a delinearne tale connotazione. Nel mese di gennaio, ad esempio, è stata emessa un’ordinanza a carico, tra gli altri, di due soggetti, un imprenditore e un amministratore comunale di Capua, legati al suddetto sodalizio.

Il primo, intraneo al gruppo di Casapesenna sin dagli anni ’90, è indicato nel provvedimento quale capo zona del clan a Capua. Nella sua veste imprenditoriale avrebbe effettuato, per conto degli ZAGARIA, lavori edili sul territorio dei comuni di Santa Maria Capua Vetere, San Prisco e Capua. Tra le attività illecite contestategli anche quella di collettore delle tangenti e di trait d’union tra la famiglia ZAGARIA ed esponenti delle istituzioni locali, per concordare l’assegnazione di appalti, orientare le candidature e le elezioni nel comune di Capua. L’imprenditore impartiva direttive per la formazione delle liste, concorrendo nel costringere alcuni candidati a non presentarsi per non compromettere la sicura elezione di persone vicine al clan.

In questo contesto si inserisce la figura dell’altro destinatario del provvedimento cautelare, già amministratore locale a Capua.”

Il focus su Capua e dintorni

“Nell’area capuana, che comprende i comuni di S. Maria La Fossa, Capua, Vitulazio, Bellona, Triflisco, Grazzanise, Sparanise e Pignataro Maggiore, permane l’influenza dei gruppi MEZZERO, PAPA, LIGATO.” Così la relazione Dia evidenzia lo scenario criminale presente tra l’agro Caleno e il Basso Volturno.