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Carcere senz’acqua, l’odissea dei detenuti sta finendo. Ecco il piano

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). Sono ben 19 le ditte o le associazioni di imprese che partecipano alla gara di appalto per i lavori per la realizzazione di un condotta idrica al servizio della casa circondariale e delle due aule bunker di santa Maria. L’importo a base d’asta è stato fissato in un milione e 400 mila euro e l’appalto sarà aggiudicato con il criterio dell’importo più conveniente. Il responsabile unico del procedimento è il tecnico comunale, Luigi D’Addio. Di queste 19 ditte nove sono state ammesse con riserva dovendo procedere alla sistemazione di alcuni dettagli relativi alla documentazione prevista dal bando.

Quindi, dopo oltre dieci anni di promesse e ritardi, qualcosa inizia a muoversi per la eliminazione della carenza idrica al carcere di massima sicurezza “Generale Uccella” che ospita 940 detenuti su una capienza massima di 833, 478 agenti di polizia penitenziaria e circa altre cento figure professionali. Il carcere non è senza acqua, ma non è attaccato alla rete idrica cittadina e questa “mancanza” crea qualche problema di approvvigionamento che risale alla sua costruzione e da allora si è andati avanti con pozzi artesiani, autobotti e… bottiglie di acqua minerale. Gli uffici comunali competenti, infatti, hanno in precedenza liquidato oltre 52 mila euro ai tecnici che hanno approntato e consegnato gli atti per l’inizio dei lavori quali progettazione, relazioni geologiche, sondaggi ed altro.

La gara per l’affidamento del servizio di progettazione e di tutte le indagini connesse è stata aggiudicata al RTP (Raggruppamento temporaneo di persone) studio tecnico Colosimo ed altri che ha offerto un ribasso, sull’importo fissato in complessivi 96 mila euro e 600, del 39,25 per cento determinando l’importo netto di aggiudicazione in 58 mila 684 e 50 oltre IVA e cassa Previdenza per complessivi 15 mila 774,00 euro. E’ stato il primo atto concreto, questo, per la soluzione del problema che negli ultimi anni è stato più volte denunciato e al centro di vibrate proteste da parte dei detenuti e dei difensori dei loro diritti che hanno posto in essere una serie di iniziative che sono valse a smuovere la burocrazia e concretizzare tutte quelle iniziative necessarie per risolvere la questione.

Il finanziamento dei lavori per l’allacciamento alla rete idrica comunale della casa di massima sicurezza e le due aule bunker è a carico della Regione che ha stanziato i soldi con una deliberazione dell’aprile del 2016 (un milione e quattro di euro) ed ora si è passati alla fase operativa per la eliminazione del problema. Certo, ancora molto vi è da fare, siamo solo in una fase preliminare, ma le intenzioni ci sono e basta velocizzare solo le procedure per allacciare finalmente la casa circondariale ed il suo complesso alla rete idrica comunale.