Maddaloni/Casapesenna. Rischia un altro processo don Michele Barone, il parroco già detenuto da un anno e mezzo per le violenze ai danni di una sua adepta.
Nel corso della requisitoria del processo per quella vicenda, infatti, i pm hanno annunciato che chiederanno un secondo rinvio a giudizio per il sacerdote; l’accusa è di violenza sessuale sulla giovane che era “posseduta” secondo quanto affermato dallo stesso Barone.
Dopo questo annuncio il pubblico ministero ha invocato ben 22 anni di reclusione per il parroco: tra lui e la sentenza di primo grado ci sarà solo l’arringa difensiva prevista nelle prossime settimane. Barone aveva sempre parlato senza mezzi termini di un “complotto ai suoi danni” e aveva puntato il dito contro le vittime che lo hanno accusato. “Erano tutte innamorate di me, io le ho respinte e loro si sono vendicate” ha spiegato, negando di aver avuto rapporti con le ragazze. Il religioso ha evidenziato i dettagli degli esorcismi ai quali sottoponeva le sue adepte possedute, portando in aula anche nuovi video della giovanissima che lo accusò.
Barone venne fermato dalla Polizia all’Aeroporto di Napoli Capodichino, insieme ai genitori della minorenne, di ritorno da un viaggio a Cracovia nel febbraio 2018. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, il sacerdote avrebbe ingenerato nelle vittime la convinzione di essere possedute dal demonio, e le avrebbe sottoposto a trattamenti disumani e lesivi della loro dignita’ dopo essersi approfittato della loro fiducia. Nel corso dei quotidiani riti di ‘liberazione e purificazione dell’anima’, le vittime – secondo gli inquirenti – sarebbero state violentemente percosse, ingiuriate, minacciate e costrette a subire atti sessuali e pratiche degradanti.