Marcianise. Era l’amante del boss e per questo pagò con la vita quel legame. Ora c’è anche una prima verità giudiziaria a certificare quanto a Marcianise si sussurra da quasi 30 anni, quando si sono perse le tracce di Angela Gentile, una bella ragazza di Caserta all’epoca, ma soprattutto la “concubina” del capoclan Mimì Mazzacane già sposato.
Per quel delitto pochi minuti fa il gup Di Palma ha condannato il boss Domenico Belforte a 30 anni e all’ergastolo la moglie, Maria Buttone, accecata dalla gelosia. Inflitti anche 4 anni alla nuora di Domenico Belforte, Alessandra Golino, accusata di estorsione, mentre Antonio Bruno e Antonio Della Ventura sono stati condannati a 20 anni per l’uccisione dello spazzino Antonio Piccirillo. Nel collegio difensivo gli avvocati Massimo Trigari e Alessandro Barbieri.
Nel corso dell’indagine il boss avrebbe confessato e fornito agli inquirenti una traccia importante per le ricerche del corpo della donna. L’attività è già stata avviata con particolare riferimento ai Regi Lagni, anche se per ora l’esito è stato negativo. Insieme al capoclan è sotto processo la moglie Maria Buttone, divenuta a sua volta matrigna della figlia della Gentile, allevata dai Mazzacane e tenuta all’oscuro di tutto fino all’avvio delle indagini della Dda.
La ragazza, dopo la scomparsa della madre, è stata cresciuta a casa del boss proprio come una figlia. Sua madre ha per avuto una relazione con Belforte prima del matrimonio tra il padrino di camorra e la Buttone, ma adesso le indagini stanno evidenziando che quel rapporto era continuato fino a poco prima della scomparsa della donna. Anzi, stando alla ricostruzione della Procura, lo stesso Belforte avrebbe fittato una casa nei pressi di Parco Cerasole a Caserta per Gentile e sua figlia.
La Gentile accompagnò la figlia a scuola ma non andò mai a riprenderla e i familiari denunciarono il caso soltanto tre giorni dopo perchè pensavano che la sorella fosse in Germania. Il primo pentito a mettere la Dda su questa pista era stato Michele Froncillo, che oltre un anno fa aveva svelato ai magistrati quanto sapeva sulla fine di quella bella ragazza di Caserta che in città nessuno osava insidiare. Le sue dichiarazioni finirono già nell’avviso di conclusione. “O’ Nditto” ha dichiarato di aver saputo da Maria Buttone che era stata proprio lei a volere l’assassinio della Gentile e che il marito, il boss Domenico Belforte l’aveva accontentata proprio per “darle soddisfazione”.
Alla base c’era proprio un patto stretto tra Belforte e la moglie: stando a Froncillo una volta eliminata l’amante del marito, la sua famiglia avrebbe provveduto a mantenere anche la figlia nata dalla relazione clandestina. Alla ragazza, che per un periodo ha vissuto in Emilia Romagna proprio con Maria Buttone, fu aperto un bar.
La vera chiave di volta del giallo è però una: il corpo di Angela Gentile non è mai stato ritrovato. Secondo Froncillo il corpo si trovava nella periferia di Marcianise, in un terreno dove prima c’era un allevamento di bufale a Puzzaniello. Le ricerche non diedero però esito positivo.