MONDRAGONE/FRIGNANO. Nella mattinata odierna, nei comuni di Mondragone (CE) e Frignano (CE), i militari del Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 6 persone, ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
La misura cautelare riguarda elementi ritenuti vicini a gruppi della criminalità organizzata radicati della zona di Mondragone, tra i quali, FIORILLO Nino, PIETROPAOLO Serafino e RAZZINO Domenico, i quali – avvalendosi del potere intimidatorio derivante da tale appartenenza – si sono imposti nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti lungo il litorale domitio in collegamento con alcuni cittadini albanesi, fornitori dello stupefacente.
I provvedimenti cautelari (4 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) costituiscono il risultato di un’attività investigativa avviata nel maggio 2017 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, che ha consentito di recuperare oltre 40 kg di stupefacenti (tra hashish e marijuana), nonché materiale idoneo al confezionamento.
L’attività ha infatti accertato l’esistenza e l’operatività di un’associazione per delinquere composta da italiani e albanesi dedita all’importazione, proprio dall’Albania, di sostanze stupefacenti da commercializzare nel territorio italiano, utilizzando come canali di ingresso alcuni porti della Puglia.
IL PRIMO LANCIO
Mondragone. E’ in atto in queste ore sul litorale domizio una maxi operazione dei carabinieri del reparto territoriale di Mondragone che su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli stanno eseguendo alcune ordinanze.
Sono già stati effettuati alcuni arresti e nel contempo i militari dell’Arma stanno anche eseguendo diverse perquisizioni. Riserbo sui dettagli dell’operazione che mette nel mirino un’area, come quella di Mondragone, dove spesso gli interessi del business dello spaccio sono stati legati a quelli dei clan locali e al controllo del territorio.
Tra coloro che sono finiti nel mirino dell’indagine c’è anche Razzino (difeso dall’avvocato Rosario Avenia)