Napoli. Peggio non poteva iniziare l’avventura di Gennaro Gattuso, al debutto sulla bollente panchina azzurra, beffato all’ultimo secondo dall’uomo “rubato” all’atletica e spesso nominato da un ubriaco brasiliano in un bar ciociaro, Gervinho. Gol che sancisce una sconfitta, seppur immeritata, che manda gli azzurri talmente giù in classifica che, a proposito di vino, nemmeno il più ottimista tifoso alcolizzato riuscirebbe a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Partita subito in salita dopo soli 4′ quando Kulusevski (nomen omen), sfruttando un doppio pasticcio Manolas/Koulibaly, si invola solo verso la porta battendo l’incolpevole Meret. Come se non bastasse per gli azzurri, nel tentativo disperato di rincorrere l’avversario, il difensore senegalese si infortuna ed è costretto a lasciare il posto al giovane Luperto. La risposta degli uomini di Gattuso non si fa attendere, infatti, sfiorano il pari già nella prima frazione con Zielinski e Insigne poco lucidi sotto porta. L’arrembaggio, però, lascia campo aperto al contropiede del Parma che rischia di raddoppiare con il solito Gervinho bloccato dal palo.
La ripresa comincia con il Napoli che occupa stabilmente la metà campo avversario con possesso e fraseggi grazie al recuperato 4-3-3 di sarriana memoria che, però, non porta al pareggio per la bravura del portiere Sepe e, soprattutto, per i recidivi errori sotto porta dei partenopei. Al 63′ Gattuso cambia modulo sostituendo Allan per Mertens che impiega un solo minuto per fornire a Milik la palla del pareggio, grazie ad un perfetto cross dalla destra che il centravanti polacco sfrutta grazia alla sua mole.
Gol che sembra cambiare la trama del match e riscaldare l’anomalo clima freddo di un San Paolo silenzioso e ferito, infatti i partenopei continuano a guidare la partita rischiando di trovare il gol vittoria prima con Mario Rui e poi con Mertens che, come i loro colleghi, sprecano ancora. Poi, come già accaduto anche con Ancelotti, il Napoli perde la testa andando all’arrembaggio in occasione di un corner nel finale, lasciando la retroguardia sguarnita, subendo l’evitabile contropiede che comporta un’altra sconfitta interna e l’ennesima mortificazione in una stagione che sembra stregata, dove almeno in campionato l’obiettivo qualificazione in Champion’s sembra ormai irraggiungibile. Spetta ora a Gattuso l’ingrato compito di riportare entusiasmo ed ottimismo dove regna, invece, uno spirito Leopardiano!