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Droga dei Casalesi a Capua e dintorni, chiesto processo per 13. TUTTI I NOMI

Capua/Casal di Principe. Sarà celebrata tra poco più di un mese l’udienza preliminare nel quale il gup del tribunale di Napoli dovrà decidere l’eventuale rinvio a giudizio di 13 persone coinvolte nel maxi blitz sullo spaccio targato Casalesi tra Capua e l’agro caleno che portò a 10 arresti. Nomi eccellenti attendono di conoscere gli sviluppi della vicenda processuale come Teresa Vitolo, moglie del ras detenuto Carlino Del Vecchio, e Gaetano Diana, figlio di un altro ras casalese, Elio Diana.

Sia per Vitolo che per Diana c’è in ballo l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio con l’aggravante del metodo mafioso: un’ipotesi di reato per il quale il pubblico ministero della Dda Maurizio Giordano, all’atto della chiusura delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio per un totale di 10 persone. Oltre a Diana jr di Casal di Principe e a Teresa Vitolo, ci sono il fratello Pasquale Vitolo (residente al rione Santagata a Capua), Michele Fusco, Stefano Fusco, Antonio Merola, Antonio Nespoli, Tommaso Nigro, Gennaro Russo ed Erjon Bixi. Invocato il processo per l’accusa di detenzione ai fini di spaccio  anche per Rita Fusco, Silvio Fasanella, Carmine Fasanella. I 13 indagati sono di Capua, Vitulazio, Casal di Principe, Camigliano e Bellona.

L’indagine, iniziata nel 2015 e terminata nel luglio 2016, ha consentito di ritenere che Teresa Vitolo , coniugata con Carlino Del Vecchio, nonchè sorella del pentito Massimo Vitolo, e Stefano Fusco , cugino del noto affiliato al Clan dei Casalesi Maurizio Fusco , si sono adoperati per promuovere un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. I loro affari, potendo contare sull’illustre parentela con elementi apicali del clan e su una copertura totale da parte di esponenti liberi, tra i quali DIANA Gaetano, figlio del noto Elio, esponente apicale del Clan dei Casalesi e nipote, per parte di madre, di Schiavone Francesco detto “Cicciariello”,  sono cresciuti in maniera esponenziale tanto da raggiungere uno stato di monopolio soprattutto nei comuni a nord di Caserta (Bellona, Vitulazio, Camigliano, ecc…), riuscendo a subentrare nelle varie piazze di spaccio ai gruppi criminali di fatto già operanti in zona.

Dalle indagini è inoltre emerso che il gruppo criminale poteva avvalersi della disponibilità di armi e di contatti con compagini criminali straniere, in particolare albanesi, con i quali contrattavano l’acquisto di droga. A tal proposito tra i destinatari del provvedimento vi è un cittadino albanese già tratto in arresto dal Reparto operante per omicidio volontario, commesso in Grecia ed estradato nel 2016 verso quel Paese.