Mazzette per false invalidità, 6 a processo. Ex sindaco torna libero. NOMI E DETTAGLI

San Marcellino/Lusciano. Il gip del tribunale di Napoli Nord Raffaele Coppola ha disposto il giudizio nei confronti di Salvatore Ambrosio, medico napoletano; Pasquale Carbone, ex sindaco di San Marcellino; Cosimo Carbone, figlio dell’ex primo cittadino; Michele Russo, titolare di un Caf a Lusciano; Giuseppe Di Costanzo e Benito Di Costanzo.

La decisione arriva poco dopo il responso del Riesame che ha confermato i domiciliari per Ambrosio e Russo, mentre sono stati revocati per Benito Di Costanzo e Pasquale Carbone, ora liberi ma con obbligo di firma.

Tra i casi emblematici dell’indagine nelle scorse settimane la Guardia di Finanza ad eseguire 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari c’è quello del figlio dell’ex sindaco di San Marcellino Pasquale Carbone. Il ragazzo risulta dai certificati invalido all’80% ma secondo quanto emerso dal provvedimento siglato dal gip Raffaele Capasso conduce una vita normale: guida la Mercedes del padre, esce la sera, incontra gli amici, porta a cena la fidanzata. Uno stile di vita incompatibile col quadro tracciato invece dai certificati che gli sono valsi la pensione di invalidità. Le intercettazioni nelle quali compare suo padre, peraltro, sembrano confermare quest’ipotesi investigativa: “A fine mese mio figlio prende gli arretrati per 3mila euro, gliene do altri mille e poi non mi deve più rompere le scatole… posso dargli 500 euro al mese a Michele”. E’ un dialogo nel quale lo stesso ex primo cittadino parla di una visita a ottobre e annuisce di fronte a una cifra che secondo la Procura prefigurerebbe una mazzetta.

Gli ulteriori approfondimenti investigativi, effettuati dai finanzieri di Aversa con la collaborazione dell’Inps di Caserta. consentivano di individuare altre 75 pratiche di riconoscimento di invalidità civile gestite dallo stesso medico che presentavano delle irregolarità istruttorie. I militari, inoltre, hanno accertato altre anomalie nella gestione liquidazioni dell’INPS di Aversa ove una dipendente, addetta al pagamento delle indennità di invalidità civile, in concorso con il collaboratore del CAF di Aversa, accelerava pagamenti della indennità, inducendo taluni degli utenti a pagare, per tale ragione, un prezzo di circa 250 euro per ciascuna pratica, in taluni casi corrisposto attraverso l’elargizione di altre utilità. Proprio grazie a tali visite straordinarie di revisione, le false pensioni di Invalidità Civile, le indennità di accompagnamento e i benefici della legge 104/92 venivano tutti revocati, facendo così risparmiare alle casse dello Stato una somma stimata intorno ai centomila euro mensili.

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