Santa Maria a Vico. Una difesa accorata per provare a ribaltare lo scenario emerso nel corso della requisitoria del mese scorso. Parola ai legali degli imputati questa mattina nel corso del processo sullo scandalo per l’appalto rifiuti a Santa Maria a Vico. A prendere la parola è stato l’avvocato Raffaele Carfora, che assiste l’allora dirigente comunale Pio Affinita e l’ex vicesindaco Ernesto Savinelli.
La sua arringa difensiva è durata circa tre ore nel corso delle quali è stata passata al setaccio tutta la procedura di gara in ogni suo passaggio, sul piano tecnico, dalla apertura delle buste fino alla aggiudicazione, ponendo in evidenza quelle che il legale ha ritenuto essere “le contraddizioni di Ferrante Alessandra, segretaria di Grillo.”
Altro tema delicato toccato nel corso dell’arringa è quello della notte di sesso tra Affinita e l’escort cubana Giusy, considerata dalla Procura uno dei favori fatti al dirigente. Carfora ha evidenziato che “dalle stesse intercettazioni telefoniche non emerge alcuna prova di un accordo corruttivo e che quella notte romana fosse stata organizzata estemporaneamente senza alcuna precedente intesa illecita.” Per quanto riguarda l’altro imputato, Ernesto Savinelli, coinvolto per l’assunzione di Consiglia Moscato (estranea al processo, ndr), il legale ha evidenziato alcune contraddizioni emerse nelle indagini facendo leva sulla sentenza della Cassazione che già escluse la fattispecie corruttiva contestata all’allora vice sindaco nella fase delle indagini. In corso le discussioni per il colonnello Piscitelli Angelo, difeso dall’avvocato Raffaele Crisileo e per Caduco Raffaele e Valente Pasquale, difesi dagli avvocati Emilio Russo e Francesco Nacca. Gli imputati sono accusati a vario titolo dei reati di turbativa d’asta, corruzione, falso, sfruttamento della prostituzione, aggravati dalla finalità camorristica.
La sentenza, inizialmente prevista in serata, dovrebbe slittare a una data ancora da fissare. Nel corso dell’ultima udienza il pm Landolfi invocato 8 anni di reclusione ciascuno per Affinita, Savinelli e Piscitelli; chiesti invece 6 anni sia per Caduco che per Pasquale Valente, capodrisano e storico collaboratore di Grillo.
Il processo scaturisce dal blitz dell’aprile 2014 dei carabinieri del comando provinciale di Caserta. Dalle conversazioni tra gli indagati intercettate durante le indagini è emerso che Angelo Grillo ha regalato, in diverse occasioni, oltre che le prestazioni sessuali di un’escort cubana. Tra gli episodi più noti quello della escort “regalata” proprio a Pio Affinita. L’azienda “Fare l’Ambiente” gestiva fino a novembre 2013 il servizio di igiene urbana in diversi Comuni, tra i quali anche Santa Maria a Vico, Santa Maria a Vico e nasceva dalla cessione del ramo d’azienda della Ecosystem 2900, società nell’orbita di Angelo Grillo.
LA REQUISITORIA
“Per ottenere appalti pubblici al comune di Santa Maria a Vico non c’era bisogno solo di tangenti o assunzioni di amici e parenti, ma anche di offerte a sfondo sessuale”. E’ quello che ha ricostruito il pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi nel corso della requisitoria, terminata con richieste di condanne. Turbativa d’asta, corruzione reclutamento e induzione alla prostituzione. Queste le accuse per i cinque imputati a carico dei quali è stato escluso l’aggravante camorristico rispetto alle accuse iniziali.
Otto anni di reclusione la richiesta per l’ex dirigente del Comune di Santa Maria a Vico, Pio Affinita 8 anni a Angelo Piscitelli, 8 anni a Ernesto Savinelli, 6 anni a Pasquale Valente e 6 anni a Raffaele Caduco. Secondo le accuse della Procura di Napoli, uno dei protagonisti di questa lunga inchiesta, divisa i vari filoni, Angelo Grillo, imprenditore di Marcianise storicamente vicino ai Belforte e attualmente detenuto per omicidio, già processato per questa vicenda, collegato al clan Belforte, avrebbe ingaggiato una escort cubana per ottenere da Affinita, l’appalto della gara di rifiuti sul Comune di Santa Maria a Vico di 4 milioni di euro