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I Cantile sulle orme dello zio: “Ti attacchiamo all’auto e ti portiamo in giro”. Il remake horror al povero Mario

Casapesenna/San Cipriano. Subì nel giugno scorso un’aggressione in stile “Arancia Meccanica” da parte di tre fratelli, uno dei quali suo amico d’infanzia, per un malinteso nato su un falso profilo Instagram.

La vittima, Mario Conte un 31enne di Casapesenna, passo’ una nottata di terrore, picchiato, minacciato e legato a un albero. Oggi l’arresto da parte dei carabinieri dei tre fratelli Costantino, Ernesto e Giuseppe Cantile, ritenuti responsabili di 29, 33 e 34 anni, residenti a San Cipriano d’Aversa, che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura diretta da Francesco Greco.

I tre, subito dopo il fatto, furono denunciati dal 31enne; le indagini sono state condotte dai carabinieri di Casal di Principe, che hanno trovato i riscontri alle accuse. La vicenda parti’ il 5 giugno scorso, una settimana prima dell’aggressione, quando il 31enne contatto’ l’amico d’infanzia per segnalargli che su un falso profilo instagram vi erano alcune sue foto taroccate che lo ritraevano con una parrucca in testa.

“Non sono io ovviamente a gestire il profilo” puntualizzo’ il 31enne, ma l’amico non gli dette credito, anzi inizio’ a pensare che fosse proprio il 31enne ad avere aperto il falso profilo e a prendersi gioco di lui. “Sono iniziate le minacce – racconto’ la vittima ai carabinieri – fin quando uno dei fratelli del mio amico mi ha contattato per chiedermi di prendere un caffe’: ho acconsentito e cosi’ la sera del 12 giugno l’ho incontrato, siamo saliti in macchina sua e insieme siamo andati in una pasticceria di San Marcellino, che era pero’ chiusa; ad aspettarmi vi erano il mio amico e un terzo fratello, che sono saliti in auto”. L’incubo da “Arancia Meccanica” del 31enne sarebbe iniziato qui; i fratelli – e’ emerso – lo colpirono ripetutamente con schiaffi e pugni, gli puntarono contro una pistola a tamburo, colpendolo anche alla tempia; lo legarono quindi al sedile dell’auto, per poi condurlo in una zona isolata di campagna a Villa Literno dove lo legarono ad un albero proseguendo col pestaggio.

“Mi chiedevano di confessare che ero stato io ad aprire il falso profilo, ma non l’ho fatto perche’ non avevo alcuna colpa”. Dopo oltre due ore il 31enne fu fatto salire in auto e abbandonato per strada; prima pero’ i tre fratelli si impossessarono del cellulare e delle chiavi dell’auto. Gli fu anche intimato di non riferire nulla ai carabinieri, “perche’ sai di cosa siamo capaci, ti attacchiamo dietro l’auto e ti trasciniamo per il paese”; un riferimento a quanto commesso da uno zio, che 25 anni prima aveva legato il cognato all’auto trascinandolo per la strada, e per questo fatto era stato condannato a 18 anni di carcere. Il 31enne, impaurito e ferito, incontro’ poi casualmente un amico e chiamo’ i soccorsi