Casapesenna/Maddaloni. Era il momento più atteso dell’intero processo (sentenza a parte, ovviamente) e la deposizione di don Michele Barone non ha tradito le attese. Con una settimana di ritardo, causa indisposizione, il sacerdote di Casapesenna è comparso in aula questa mattina.
Barone ha parlato senza mezzi termini di un “complotto ai suoi danni” e ha puntato il dito contro le vittime che lo hanno accusato. “Erano tutte innamorate di me, io le ho respinte e loro si sono vendicate” ha spiegato, negando di aver avuto rapporti con le ragazze. Il religioso ha evidenziato i dettagli degli esorcismi ai quali sottoponeva le sue adepte possedute, portando in aula anche nuovi video della giovanissima che lo accusa. Dopo l’escussione le parti si sono aggiornate a dicembre.
Nel precedente appuntamento era stato ascoltato per quasi cinque ore Luigi Schettino, il poliziotto coinvolto per aver provato – secondo l’accusa – la sorella a ritirare la denuncia nei confronti del sacerdote. Schettino, esaminato dai pm Daniela Pannone e Alessandro Di Vico, e dall’avvocato Carlo De Stavolta, aveva spiegato che don Michele era un suo informatore soffermandosi poi su un esorcismo avvenuto nel castello di Maddaloni alla presenza della vittima degli abusi che secondo Barone era indemoniata.
Stando al racconto del poliziotto in quella circostanza la giovane, in stato di trance, avrebbe riferito che le ossa trovate durante le ricerche del bambino scomparso da Marcianise, non erano di un cane ma proprio del piccolo. Di quell’esorcismo ci sarebbe anche un video, cosa già anticipato al pubblico ministero, quando la polizia fece rapporto sulla vicenda in Procura.