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Napoli, dal sogno sarrista all’incubo autolesionista

Calcio. Nemmeno il più “leopardiano” dei tifosi avrebbe potuto immaginare di assistere, ad un anno e mezzo circa dalla “quasi” conquista del “palazzo”, ad una simile situazione paradossale sotto tutti i punti di vista. Per quanto concerne il mero aspetto numerico e oggettivo il Napoli si ritrova al settimo posto in classifica, lontano ben 13 punti dalla vetta e 5 dal quarto posto utile per la qualificazione in Champion’s league, tanto cara al patron per ovvi motivi. Non è un caso che De Laurentis abbia sbottato contro il sistema arbitrale dopo il pari interno con l’Atalanta, concorrente diretta per la qualificazione, come mai fatto prima nemmeno dopo la famosa partita inter/juve (o pjanic/orsato), del 28 aprile 2018, decisiva nella corsa scudetto.

 

 

 

Dal punto di vista tecnico/tattico il Napoli di Ancelotti è lontanissimo da quello sarrista, amato e apprezzato da molti addetti e appassionati (manifestato non da tutti), sia dal punto di vista del gioco che dei risultati. Se per il primo fosse ipotizzabile un cambio di rotta, tenuto conto della storia dei due mister diversi tra loro in quanto maestro l’uno e gestore l’altro (al Napoli non ci sono i campioni del Real, Psg, ecc…), non era alquanto prevedibile una simile debacle già a novembre seppur recuperabile, anche se al momento appare difficile recuperare i tanti strappi manifestati, soprattutto, dopo l’ammutinamento dei calciatori contro la decisione di proseguire il ritiro dopo il pari interno con il Salisburgo.

 

 

 

Premesso che il ritiro è una soluzione ormai obsoleta adottata in rari casi, soprattutto in Italia, rivelatasi quasi sempre inutile e recepita come una privazione della libertà, quando la società lo stabilisce (insieme al mister, cosa anomala non avvenuta in questo caso) tutti devono rispettare la scelta evitando di esprimere pubblicamente il dissenso come, invece, ha fatto Ancelotti fornendo un assist perfetto ai poco scaltri calciatori che, sbagliando tempi e modalità, hanno fatto autogol inimicandosi, ovviamente, la tifoseria. In questa vicenda hanno perso tutti anche se il furbo ADL, come al solito, ne esce meglio di tutti avendo “scaricato”, direttamente e indirettamente, responsabilità e colpe su altri come accaduto finora in ogni diatriba. A pagarne le conseguenze sono, purtroppo, i tifosi vittime di questa assurda situazione dove il “giocattolo” sembra essersi ormai rotto, probabilmente, perché i “bambini” lo volevano tutto per sé dimenticando di tutelarlo e preservarlo per il bene del gruppo, dando un grosso dispiacere ai loro “genitori” che, nonostante tutto, sperano sempre che tutto si possa ricomporre.