Marcianise/Casapesenna. Era libero da fine aprile ed appena ieri era stato uno degli imputati del maxi processo ai Quaqquaroni. Francesco Piccolo, 39 anni ancora da compiere, originario di Casapesenna ma ora residente a San Cipriano, è considerato dalla Dda di Napoli l’uomo di raccordo tra la galassia dei Casalesi e i gruppi marcianisani, in particolare i Piccolo-Letizia.
L’uomo, difeso dall’avvocato Dezio Ferraro, era tra i 26 che hanno deciso di aderire al rito abbreviato. Poche ore dopo l’udienza è stato fermato dalla polizia a Marcianise. Piccolo, in attesa della fissazione dell’interrogatorio, è tornato nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere a 6 mesi esatti dalla scarcerazione. Lo scorso aprile il Riesame lo liberò poche settimane dopo l’arresto avvenuto proprio nell’ambito del maxi blitz contro i Piccolo. In passato era stato vicino anche al gruppo di Carminotto Schiavone, figlio di “Sandokan”.
Il primo lancio
Marcianise/San Cipriano d’Avera. Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato della Questura di Caserta ha tratto in arresto PICCOLO Francesco, trentanovenne di S. Cipriano, poiché responsabile di ricettazione, detenzione e porto di un’arma clandestina e di numerose munizioni; nel contempo, gli operanti hanno deferito in stato di libertà M.G., diciannovenne marcianisano, per porto non giustificato di oggetto atto ad offendere.
L’operazione di polizia, condotta dalla Squadra Mobile casertana, è maturata nell’ambito delle consuete attività, poste in essere sul territorio, al fine di prevenire e reprimere il fenomeno del racket delle estorsioni in danno di esercizi commerciali. Durante un servizio di pattugliamento, infatti, i poliziotti hanno riconosciuto PICCOLO Francesco, più volte tratto in arresto per estorsione ed altro, nel mentre si aggirava in macchina per le strade di Marcianise in compagnia di un altro uomo, che gli faceva da autista.
Così hanno deciso di controllarlo ma al momento di bloccare il veicolo, il PICCOLO ha cercato di disfarsi di un borsello nero, lanciandolo dal finestrino lato passeggero della macchina. La manovra, tuttavia, non è sfuggita agli investigatori che hanno immediatamente recuperato l’oggetto e, una volta aperto, hanno constatato che al suo interno vi era una pistola “Tanfoglio” calibro 9×21, con castello in tecnopolimero, riportante la matricola abrasa. Peraltro, l’arma presentava il caricatore completamente rifornito, con ben 16 cartucce. Sempre nel borsello, era presente anche un calzino al cui interno vi erano altre 8 cartucce per pistola, di diverso calibro.
Alla luce di ciò, i poliziotti hanno perquisito il veicolo, rinvenendo nella tasca della portiera lato guida, nell’immediata disponibilità di M.G., una “mazza ferrata” di legno, lunga circa 60 cm, cinta con una staffa di metallo a una delle estremità e con del nastro isolante dall’altra, così da riprodurne il manico.
Per tali fatti, dopo i controlli di rito, M.G. è stato denunciato a piede libero mentre PICCOLO Francesco è stato dichiarato in arresto e, come disposto dal P.M. di turno, associato alla Casa Circondariale di S. Maria C.V. a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.