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Clan Piccolo, 30 già a processo. Boss e altri 2 in bilico. Ma pentito ritratta tutto: “Mi hanno minacciato”. NOMI E FOTO

Marcianise. E’ stato un inizio ricco di colpi di scena per il maxi processo al clan Piccolo-Letizia: davanti al gup Cananzi del tribunale di Napoli era stata infatti fissata l’udienza preliminare che in realtà è stata superata dai fatti. Di preliminare è rimasto davvero ben poco, visto che già 30 imputati su 33 avuto chiesto ed ottenuto di essere processati con rito abbreviato.

Solo in tre si sono riservati anche probabilmente richiederanno lo stesso percorso processuale entro la prossima udienza fissata per l’11 novembre. Tra di loro c’è anche il ras Achille Piccolo, difeso dall’avvocato Angelo Raucci e ancora in bilico per gli ultimi accadimenti: l’erede dei Quaqquaroni è stato infatti trasferito al regime del carcere duro e quindi soltanto dopo un primo colloquio saranno sciolte le riserve. Da decidere anche le posizioni di Antimo e Domenico Perreca che potrebbero essere giudicati con l’ordinario. Già certi dell’abbreviato invece Fabio Buanno, Luigi Caterino, Francesco Antonio Celeste, Maria Cristiano, Pietro De Lise, Andrea Letizia, Antonio Letizia, Giuseppe “Vincenzo” Letizia, Primo Letizia, Michele Maietta, Antimo Mastroianni, Antonio Nacca, Felice Napolitano, Luigi Noia, Giovanni Perreca, Giuseppe Pettrone, Angelo Piccolo, Palma Bellopede Piccolo, Francesco Piccolo, Pasquale Piccolo, Salvatore Ricciardi, Mario Russo, Gennaro Scognamiglio, Salvatore Silvestre, Giovanni Timbone, Vincenzo Timbone.

Il colpo di scena però è arrivato da una figura apparentemente marginale nell’inchiesta: si tratta del collaboratore di giustizia pignatarese Giuseppe Pettrone, attualmente in regime di semilibertà, che ha dichiarato in videocollegamento di aver ricevuto, insieme alla sua compagna, minacce e di temere per la sua vita e quindi di voler ritrattare quanto dichiarato.

I prossimi appuntamenti

Si tornerà in aula a metà novembre mentre a dicembre è prevista la requisitoria, poi ci sarà la discussione degli avvocati, tra i quali Giuseppe Foglia, Andrea Piccolo, Angelo Raucci, Mariano Omarto e Massimo Trigari. Entro la fine di gennaio potrebbe già arrivare la sentenza di primo grado.

Le 30 persone già destinatarie del provvedimento cautelare di due mesi fa sono tutte indagate per il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso. Le indagini della Dda si sono focalizzate sul clan Piccolo-Letizia e dell’analogo sodalizio denominato clan Perreca, ad esso federato, entrambi operativi sui territori di Caserta, Marcianise, Recale e aree contigue, dagli anni ‘90 ad oggi, in aperta e armata contrapposizione con il clan Belforte.

Sotto la lente dell’Antimafia il controllo delle attività economiche, il rilascio di appalti e servizi pubblici, il rilascio di concessioni e autorizzazioni amministrative, l’illecito condizionamento del diritto di voto, il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari e finanziarie, l’affermazione del controllo egemonico sul territorio, anche attraverso la contrapposizione armata con organizzazioni criminose rivali.

L’indagine fotografa la contrapposizione dei clan rivali sul territorio e la lunga scia di sangue che ne è conseguita nel ventennio dal 1990 al 2009 ed il successivo mutamento di strategia dei clan col passaggio dalla fase ‘armata’ a quella silente e virulenta dell’infiltrazione nel settore dell’imprenditoria.

Le attività investigative, incentrate sulle intercettazioni dei colloqui in carcere e sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno offerto un rilevante spaccato delle tensioni interne al clan Piccolo, soprattutto tra la componente “Piccolo” e quella “Letizia”, negli anni successivi al 2005, allorquando, le numerose operazioni di P.G. e il proliferare di collaboratori di giustizia nelle fila del clan Belforte segnavano il progressivo indebolimento di tale sodalizio e la progressiva ripresa delle attività del clan dei Quaqquaroni, nell’ambito del quale iniziavano frizioni tra le due fazioni, per contendersi il ruolo di leader.

 

GLI INDAGATI

  1. BUANNO Fabio, cl’63.
  2. CATERINO Luigi, cl’50.
  3. CELESTE Francesco Antonio, cl’85.
  4. CRISTIANO Maria, cl’65.
  5. DE LISE Pietro, cl’71.
  6. LARHZAL Achraf, cl’83.
  7. LETIZIA Giuseppe (detto Vincenzo), cl’91.
  8. NACCA Antonio, cl’80.
  9. PERRECA Domenico, cl’63.
  10. PETRUOLO Gaetano, cl’61.
  11. PICCOLO Achille, cl’75, già detenuto agli arresti domiciliari.
  12. PICCOLO Angelo, cl’80.
  13. PICCOLO BELLOPEDE Palma, cl’77.
  14. PICCOLO Francesco, cl’80.
  15. PICCOLO Pasquale, cl’60.
  16. RICCIARDI Salvatore, cl’83.
  17. SCOGNAMIGLIO Gennaro, cl’56.
  18. TIMBONE Vincenzo, cl’74.
  19. LETIZIA Andrea, cl’76.
  20. LETIZIA Antonio, cl’69.
  21. LETIZIA Primo, cl’84.
  22. LETIZIA Salvatore, cl’81.
  23. MAIETTA Michele, cl’83.
  24. MASTROIANNI Antimo, cl’65.
  25. NOIA Luigi, cl’62.
  26. PERRECA Antimo, cl’57.
  27. PERRECA Giovanni, cl’60.
  28. PICCOLO Domenico, cl’75.
  29. SILVESTRE Salvatore, cl’69.
  30. TIMBONE Giovanni, cl’72.

IL VIDEO DELL’OPERAZIONE