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Allievi agenti Polizia di Stato: esclusi da graduatorie gli “over 26”, 50 sono campani

REGIONALE (Stefania Mastroianni). Sono tutti giovani, gli aspiranti 455 agenti della Polizia di Stato che si sono visti escludere dallo scorrimento della graduatoria propedeutica all’assunzione, ma evidentemente non così giovani per il legislatore, che in virtù di una modifica approvata a inizio anno abbassa i requisiti di età e innalza il titolo di studio per essere “reclutati”. Una situazione che ha dell’assurdo, se si pensa che gli esclusi avevano, in corso di selezione, totalizzato un punteggio anche più alto di coloro che sono stati poi effettivamente integrati. Ma partiamo dall’inizio.

Nel 2017 il concorso

Questa storia comincia nel maggio 2017, quando in Gazzetta Ufficiale viene pubblicato un bando di concorso per aspiranti allievi agenti della Polizia di Stato destinato a 1148 persone (divise in tre categorie, di cui una destinata ai civili e le altre due destinate ad accogliere VFP1 o in rafferma annuale e VFP1 in congedo e VFP4 in servizio o congedo), in possesso di requisiti quali età compresa tra i 18 e i 30 anni non compiuti e diploma di scuola secondaria di primo grado.

In ottobre 2017 vengono pubblicati le graduatorie e, sempre nello stesso mese, il decreto del Capo di Polizia che prevede l’ampliamento per ciascuna categoria di partecipanti del numero di posti assegnati.

Di conseguenza, vengono svolte le prove fisiche e psico-attitudinali volte a selezionare gli idonei. Una parte di questi è stata però dichiarata non vincitrice in quanto non rientrante nel numero stabilito di assunzioni. Tuttavia, a novembre 2018 viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto dell’ottobre di quell’anno in cui si sollecita lo scorrimento della graduatoria degli idonei non vincitori. Ma, di lì a pochi mesi, interviene una vicenda che si frapporrà come ostacolo all’assunzione degli stessi.

Decreto Semplificazione

A gennaio 2019, in Senato, nel corso delle discussioni per l’approvazione di taluni emendamenti da inserire nel Decreto cardine del Governo precedente, viene approvato l’emendamento numero 11.17 portato in aula dal gruppo Lega, a firma dei senatori Augussori, Saponara, Campari, Faggi, Pepe, Pergreffi, che riguarda proprio il concorso specifico.

L’emendamento stabilisce testualmente: “al fine di semplificare le procedure per la copertura dei posti non riservati, è autorizzata l’assunzione di 1851 agenti mediante scorrimento della graduatoria della prova scritta d’esame“.

Inoltre, con questa modifica del decreto cosiddetto “Semplificazione”, si vanno a cambiare i requisiti di partecipazione, richiedendo un’età compresa tra i 18 e i 26 anni non compiuti e il diploma di scuola secondaria di secondo grado. Si abbassa l’età, si alza il titolo di studio. Questo, in sostanza, è ciò che succede.

L’emendamento viene approvato e confluisce nel  decreto Semplificazione (d.l. 135/2018), per poi essere convertito definitivamente in legge dopo 60 giorni (l. 12/2019).

 

Il nuovo corso delle cose

Nuovi accertamenti fisici e psicoattitudinali vengono predisposti tra maggio e luglio 2019, dai quali sono però esclusi coloro che non sono in possesso dei nuovi requisiti previsti, diversi da quelli indicati nel bando 2017.

Ma gli aspiranti allievi agenti esclusi non si fermano e propongono ricorso al TAR del Lazio avverso il decreto del Capo della Polizia che, nel marzo 2019, aveva disposto tali operazioni.

Come risponde il TAR

La Prima Sezione Quater del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio si pronuncia accogliendo l’istanza che, in via cautelare, dispone l’ammissione con riserva degli aspiranti allievi agenti esclusi allo svolgimento di nuove prove fisiche e psicoattitudinali.

Tuttavia, nel decreto di avvio del corso di formazione pubblicato ad agosto 2019 non si fa menzione dei 455 idonei con riserva.

Sicché, i loro avvocati hanno promosso ulteriore ricorso per motivi aggiunti allo scopo di inserire finalmente in graduatoria questi ragazzi, ricorso accolto con decreto dal Presidente di sezione. La storia non finisce qui, perché l’Avvocatura dello Stato si inserisce rendendo la situazione più complessa, se non assurda, perché chiede la revoca del decreto del Presidente di sezione del TAR, adducendo come motivazione la mancanza di fondi e la carenza di posti disponibili nella formazione. La vicenda suona assurda e anche incoerente, vista la precedente scelta di ampliare il personale. Il TAR respinge e conferma la data di udienza per la trattazione del merito della vicenda. I tempi sono ancora lunghi e si dovrà attendere il 2020.

Ad oggi, i 455 aspiranti allievi agenti sono ancora in attesa di risposta da parte dell’amministrazione, mentre i corsi di formazione sono già cominciati senza di loro.

Rimasti inascoltati nonostante l’espletamento di nuove prove fisiche (quelle disposte dal giudice amministrativo), questi ragazzi rimangono fuori nonostante risultino idonei, seppur con riserva.

Cosa chiedono i 455 over-26

Di essere presi in considerazione e di vedersi sciolta quella riserva che li lega e li esclude dalla formazione a cui avrebbero diritto in quanto superate le prove.

50 di questi ragazzi sono campani e 15 della provincia di Caserta. Non vogliono attendere l’udienza di merito, ma solo essere chiamati nei centri di formazione per essere assunti regolarmente e continuare il loro percorso lavorativo a cui sono giunti dopo giorni di preparazione, impegno e sacrificio.

La loro battaglia merita di essere ascoltata e risolta da chi, in questo nuovo governo, abbia a cuore la questione, all’attenzione del Presidente del Consiglio Conte e del nuovo Ministro dell’Interno Lamorgese.