Napoli. Lunedì 17 settembre si è svolta, presso la Corte di Assise di Napoli, l’udienza del processo per gli episodi relativi a manifestazioni e cortei che vanno dal 2009 al 2013, organizzate da giovani universitari dei gruppi HMO e Casapound, dove gli furono contestate la banda armata (art. 306 cp) e l’organizzazione sovversiva (art. 270 cp), oltre a reati minori. Durante le arringhe difensive, degli avvocati Rossana Ferraro e Riccardo Cafaro, è emerso che le presunte armi contestate sostanziano in aste che sorreggevano grandi bandiere con il simbolo di casapound e il tricolore italiano, 2 pistole di plastica giocattolo, spade antiche e simboliche del periodo romano, rinvenute soltanto a casa di uno dei partecipanti, e mai rinvenute fuori dalla abitazione.
Inoltre, l’ordigno bellico sembrerebbe essere solo un petardo così come confermato dal perito artificiere mentre, per quanto concerne le 600 bibite ritrovate in un furgone che furono indicate come potenziali armi, è stato chiarito dai fatti e dagli atti che esse erano null’altro che bibite per gli oltre 1000 manifestanti, offerte dall’associazione. Per tali motivi molti manifestanti finirono agli arresti domiciliari ed altri anche in custodia in carcere. Nell’udienza conclusiva del 17.09.2019 il pool di difensori, ha contestato l’ingiustizia degli addebiti che non tiene conto della realtà dei fatti.
Fra i 1000 manifestanti sono stati identificati 35 persone, provenienti da tutta la Regione Campania, nei cui confronti si svolge il processo, ad opera del Pm. Catello Maresca, subentrato da qualche anno al Pm Luigi Musto che condusse le indagini. Sul versante opposto, ricorre la partecipazione attiva di abili e titolati giuristi quali: Avv. Spagnuolo Vigorita, Avv. Domenico Di Tullio, Avv. Elena Lepre, Avv. Guido De Maio, oltre ai già citati Riccardo Cafaro e Rossana Ferraro.
Il giorno 01.10.2019 è attesa la sentenza.