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Restituiti i beni sequestrati ai fratelli Diana. La svolta per gli imprenditori antimafia

Gricignano d’Aversa/Casapesenna. Svolta per i beni requisiti ai Diana. La decima sezione del tribunale del Riesame di Napoli, ha disposto la restituzione di beni societari ai fratelli Antonio e Nicola Diana (presidente e vicepresidente della Fondazione Diana) e del loro zio Armando, di Casapesenna, coinvolti nel gennaio scorso in un’inchiesta della Dda, per concorso esterno in associazione camorristica.

La decisione è arrivata dopo il precedente annullamento della Cassazione con rinvio ad una diversa sezione del tribunale. Gli imprenditori erano stati scarcerati lo scorso maggio dopo quattro mesi e mezzo di arresti domiciliari. I Diana, difesi dall’avvocato Carlo Destavola, ‘testimonial dell’Antimafia’ gestiscono un gruppo imprenditoriale che opera in vari settori, tra cui la società Erreplast. I beni dissequestrati si riferiscono ad aziende e attività ubicate nella zona di Gricignano d’Aversa.

Quando furono arrestati a gennaio vennero sequestrate diverse società, attive, a loro riconducibili, tra cui società di produzione e lavorazione materiali plastici, società immobiliari, ditte di imballaggi, esercizi commerciali, società di vendita veicoli industriali, società agricole,  dislocate nell’agro aversano, nel centro cittadino casertano e nelle città di Napoli e Milano.

I Diana sono imprenditori del settore dei rifiuti e di trasporto. L’inchiesta copre un periodo di tempo molto lungo, affondando le radici addirittura negli anni Novanta, quando secondo la Dda i Diana avrebbero acquistato all’asta terreni in Emilia Romagna, anche grazie all’ex boss dei Casalesi Dario De Simone.