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“ll boss Zagaria ha pensato di uccidere due volte l’ex sindaco”

Casapesenna. Per ben due volte Michele Zagaria ha pensato di uccidere l’ex sindaco Giovanni Zara. A dirlo nel corso dell’arringa al termine dell’udienza di oggi, è stato Domenico Cesaro, diefnsore di Giovanni Zara,  parte offesa nel procedimento, in cui sono imputati per violenza privata con l’aggravante mafiosa un altro ex primo cittadino, Fortunato Zagaria, e lo stesso boss omonimo Michele Zagaria. Cesaro, nel corso dell’udienza ha ripercorso i dieci mesi – dall’aprile 2008 al febbraio 2009 – in cui Zara, allora appena 33enne, fu sindaco di Casapesenna, per poi essere mandato a casa da 13 consiglieri.

 

Dietro quella fine anticipata dell’amministrazione c’erano, secondo la Dda, due uomini: Fortunato Zagaria, vice dello stesso Zara e il boss Michele Zagaria che non vedeva di buon occhio la politica anticamorra fatta da Zara, “una reale condotta di contrasto ai clan”, concretizzatasi in manifestazioni anticamorra, interviste di condanna alle cosche rese ai giornali. “Una politica che fece infuriare Zagaria – spiega Cesaro – che avrebbe voluto ucciderlo, tanto che c’era un progetto di attentato ad ottobre 2008 con mitra e pistole, ma si decide di farlo cadere politicamente; il secondo progetto era di aprile 2009, dopo la sfiducia, e riguardava anche la moglie di Zara, la giornalista Tina Cioffo, ma anche in questo caso il boss decise che era meglio soprassedere”. Cesaro si sofferma poi su quanto avvenne il primo ottobre 2008, quando Zara incontro’ allo stadio comunale di Casapesenna Fortunato Zagaria e il consigliere comunale Luigi Amato, anch’egli imputato nel processo.

 

Il giorno prima erano stati catturati tre esponenti dei Casalesi facenti parte dell’ala stragista guidata da Giuseppe Setola, e Zara fece una nota in cui plaudeva all’operazione e auspicava la cattura di Zagaria e dell’altro latitante di allora Antonio Iovine (oggi collaboratore di giustizia); il primo ottobre la nota usci’ sui giornali, e il pomeriggio, alle 15, Zara fu convocato allo stadio da Fortunato Zagaria. “Questi – ricorda il legale – lo minaccio’, dicendogli: ‘sei un cornuto, un uomo di merda, questo te lo manda a dire Michele Zagaria’. E ancora: ‘farai la fine di Antino Cangiano’, un ex vice-sindaco di Casapesenna gambizzato nel 1989 dalla camorra, poi rimasto sulla sedia a rotelle fino alla morte, perche’ non aveva voluto concedere un appalto alla ditta del clan”.

 

Cesaro ricorda anche che “Zara, subito dopo l’elezioni, ando’ in Dda mettendosi a disposizione dei pm, e che in uno degli incontri, la funzionaria della polizia Silvana Giusti, gli rinfaccio’ di non sapere che Fortunato Zagaria era vicino al boss. Ma Zara – aggiunge Cesaro – era molto giovane, ed anzi era stato proprio Fortunato Zagaria ad individuarlo come sindaco, non potendo presentarsi perche’ aveva gia’ fatto due consiliature; pensava infatti di poterlo manovrare a suo piacimento e continuare a curare gli interessi del boss. Ma Zara cambio’ marcia, tento’ di smuovere le coscienze da un appiattimento generale, e fu fatto cadere”